Università, lo sciopero dei prof in scena per gli esami di settembre
Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
ROMA, 28 AGOSTO - Saranno oltre 5000 i professori universitari pronti a scioperare per gli appelli di settembre a causa del mancato riconoscimento degli scatti degli ultimi cinque anni. Lo sciopero interesserà il periodo tra il 28 agosto e il 31 ottobre, portando a far saltare il primo appello autunnale. Le deroghe alla mobilitazione riguarderanno soltanto gli studenti prossimi alla laurea.[MORE]
Si tratta peraltro di una protesta storica, anche dal punto di vista temporale: una simile mobilitazione non si vedeva dal 1974. Ora ripartirà invece la protesta, che come detto interesserà oltre 5000 professori e 79 università italiane.
Lo sciopero, sul quale si discute già da febbraio, punta ad un adeguamento dello stipendio dei prof ed è stato autorizzato dall’Autorità di garanzia. Sul sito Roars è invece possibile verificare tutti i dettagli della mobilitazione. I professori che si asterranno dal primo appello dovranno darne comunicazione tramite mail all’ateneo di riferimento. Nel caso in cui non vi siano altri appelli nella sessione sarà possibile chiedere la convocazione di un appello straordinario a distanza di 14 giorni dallo sciopero.
I motivi dello sciopero sono stati spiegati dal professor Carlo Ferraro del Politecnico di Torino: «Il governo Berlusconi bloccò gli scatti per il pubblico impiego dal 2011 al 2014, ma mentre per tutti gli altri pubblici dipendenti, dai magistrati alle Forze dell’ordine, il primo gennaio 2015 sono ricominciati non solo gli aumenti ma anche gli effetti giuridici degli scatti persi, per noi questo non è successo: e in più abbiamo avuto una proroga di un anno del blocco».
La mobilitazione si è concretizzata dopo i silenzi governativi: i professori avevano infatti scritto all’ex premier Matteo Renzi, poi al capo dello Stato Sergio Mattarella, per poi incontrare diverse personalità al Miur senza ricevere tuttavia risposte e soluzioni concrete. Tanto è bastato per giungere ad uno sciopero che rischia di danneggiare l’immagine dell’università pubblica in Italia e soprattutto le prerogative degli studenti.
foto da: universitari.to.it
Cosimo Cataleta