Unioni Civili, ANDDOS annuncia 6.000 celebrazioni in tutta Italia
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Unioni civili, l'ANDDOS, l'associazione nazionale contro le Discriminazioni da orientamento sessuale, annuncia 6.000 celebrazioni nei Comuni di tutta Italia.
All'indomani della pubblicazione del decreto ponte sulla Gazzetta Ufficiale (decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 luglio, n.144, ai sensi della legge Cirinnà del 20 maggio 2016 n. 76), le unioni civili diventano ufficiali e tutti i sindaci potranno celebrarle senza più intoppi burocratici: l'entrata in vigore del provvedimento si riferisce dallo scorso venerdì 29 luglio.
Tra i punti più controversi spiccava l’esplicito divieto, rivolto ai sindaci critici del provvedimento, di esercitare l’obiezione di coscienza. In molti temevano che una disposizione simile potesse far ritardare l’approvazione del decreto ponte.
La coppia maggiorenne, che vorrà formare un’unione civile, dovrà richiedere formalmente la costituzione della stessa dichiarando nome, cognome, data e luogo di nascita, cittadinanza e luogo di residenza all’ufficiale dello stato civile del Comune di loro scelta. La coppia potrà scegliere di adottare un solo cognome o di lasciarli entrambi. Anche per rompere l'unione civile, come per il matrimonio, si dovrà ricorrere al divorzio. In molte città italiane sono già attivi i primi numeri telefonici per le prenotazioni delle unioni.
“In rappresentanza dei nostri oltre 185.000 associati – annuncia il presidente Mario Marco Canale dell'Associazione Nazionale ANDDOS – prevediamo almeno 6.000 nostri iscritti pronti a celebrare le unioni civili nei rispettivi Comuni di residenza. Finalmente l'amore senza barriere burocratiche, senza più pregiudizi. Le unioni civili non tolgono niente a nessuno, che questo concetto sia chiaro ancora una volta: la felicità di tutti che nulla toglie agli altri. Finalmente anche l’Italia ha rimosso una profonda discriminazione”.
L'unione civile deve essere stipulata davanti a un ufficiale dello stato civile in presenza di testimoni e viene poi registrata nell'archivio dello stato civile. Temete l'obiezione di coscienza di qualche sindaco? Chi deciderà di fare obiezione di coscienza nel celebrare unioni civili, sostanzialmente testimonierà il proprio dissenso anche ad una ridefinizione della famiglia.[MORE]
“Vogliamo proprio vedere quale sindaco vorrà giuridicamente opporsi ad applicare ad una normativa di legge: un diniego da parte di un sindaco a voler celebrare un’unione civile è un atto deplorevole prima dal punto di vista umano e poi strettamente legislativo. Non c’è alcuna libertà di pregiudizio e i dogmi devono restare fuori dal dibattito politico: un sindaco può sempre scegliersi di dimettersi se non vuole rispettare le regole democratiche del suo Paese”.
Il tutto mentre in Italia si discute ancora sulla presunta teoria gender. “Il gender è una montatura terroristica – aggiunge l'avvocato Antonio Bubici - educare al rispetto della diversità non significa corrompere, condizionare, modificare l'orientamento ma solamente rendere partecipi della predetta verità. Chi dice che si induce alla diffusione dell’omosessualità, che si diffondo idee immorali, non sta dalla parte della verità”.
(notizia segnalata da Ufficio Stampa ANDDOS)