Ungheria, Orban sfida l'Ue con introduzione pena di morte. Juncker "chiariscano o sarà scontro"
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BUDAPEST, 30 APRILE 2015 - Nuovo scontro tra il premier ungherese Viktor Orban e l'Unione Europea, questa volta per una dichiarazione di Orban in merito alla pena di morte.[MORE]
LE FRASI DI ORBAN E LA REAZIONE DI JUNCKER
Affermazione pubblica, resa ieri sera dal premier magiaro, dove veniva paventata l'intenzione di introdurre in Ungheria un dibattito sul reinserimento della pena capitale. Immediata è giunta la reazione dal presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, "non abbiamo bisogno di discutere di cose ovvie, ci opponiamo fermamente alla pena capitale per molte ragioni" che ha ricordato la ferma posizione dell'Ue contro la pena di morte, specificando "Orbàn a questo punto deve chiarire che non è sua intenzione reintrodurre la pena capitale in Ungheria; se invece questa fosse la sua intenzione, ci sarebbe scontro, sarà battaglia".
IL CHIARIMENTO DI LAZAR
Janos Lazar, capo di gabinetto di Orban, ha rassicurato che Budapest non è intenzionata a reinserire la pena di morte nel Paese per poi riferire che lo stesso Orban, in una telefonata con Martin Schulz ha spiegato che esiste in Ungheria un dibattito sulla pena capitale ma "non l'intenzione di introdurla nel Paese". Le ragioni dell'esternazione riguardano l'omicidio di una donna compiuto da ignoti a Kaposvàr e rafforzerebbero le convinzioni del premier sulla scarsa dissuasività delle leggi ungheresi contro il crimine.
L'AUTORITARISMO DI VIKTOR ORBAN E LA "DERIVA ILLIBERALE"
Viktor Orban, divenuto premier nel 2010, dopo aver sconfitto alle elezioni il precedente governo socialista, definito corrotto, ha portato avanti una campagna autoritarista che, di fatti, ha condotto all'epurazione dei media pubblici, della pubblica amministrazione, e abrogato l'autonomia della Giustizia, della Banca Centrale e della Corte Costituzionale. In passato, Orban, ha già avuto degli scontri con l'Ue, il primo nel 2011 a causa della riforma Costituzionale, secondo l'Ue di Barroso mirante a minare l'indipendenza dei giudici, della Banca Centrale e dell'Autorità per la Privacy. Nel 2013 la riforma costituzionale, approvata, priva la Corte Costituzionale del suo ruolo di garante. Il 2 luglio 2013, al Parlamento Europeo, viene criticato e contestato da S&D, Alde e Verdi. Nel luglio 2014 la Commissione condanna una legge riguardante l'introduzione della tassa sulla pubblicità nei media mirata a colpire l'unica società non partiticamente orientata, la RTL Group, procedimento che ha portato all'apertura di un'inchiesta nel 2015 da parte di Juncker. Tra il 2014 e il 2015 le dichiarazioni riguardanti la volontà di erigere uno stato "illiberale" con modello russo-cinese e lo schieramento, immediato, a favore della Russia, dopo la condanna sanzionatoria dell'Europa.
Fonte foto: nocensura.it
Ilary Tiralongo