Un giovane prete utilizza la banca vaticana per "ripulire" soldi della mafia
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ROMA – La Banca vaticana, un giovane prete nipote di un mafioso, conti correnti poco trasparenti e la “beneficienza” sono i protagonisti di questa storia. Vera.
Il fatto è una truffa ai danni della regione Sicilia fatta da due fratelli con la collaborazione del figlio di uno dei due, il prete, che studia a Roma ed ha un conto allo Ior, la banca vaticana.
I due hanno chiesto un finanziamento alla regione Sicilia per aprire un allevamento di trote.
Ricevono la prima tranche di 300 mila euro giustificati da fatture false e per “ripulire” i soldi pensano alla “via del Signore”. [MORE]
Il 3 gennaio 2006, la prima tranche di quel finanziamento viene accreditata dalla Regione sul conto 1511 della filiale di Catania della Banca Popolare di Novara, intestato ad Antonino Bonaccorsi, padre del prete e fratello del boss. Quindici giorni dopo, da quel conto, 250mila euro vengono bonificati alla filiale numero 15 della Bnl di Roma, dove "padre Orazio" ha un conto personale, il 12138. Nella causale del bonifico, si legge «beneficenza». Bankitalia non deve credere troppo alle opere di bene di Antonino. Segnala l'operazione come sospetta alla procura. Il sacerdote trasforma infatti una parte di quei 250mila euro di "carità cristiana" in un assegno Bnl girato a se stesso di 245mila euro. Quindi, con quell'assegno in mano entra nell'allora "Banca di Roma", dove lo Ior ha uno dei suoi conti («il 2838150») e su cui ha la delega ad operare. E lo versa, ribadendone la causale: "beneficenza".
Quel denaro, ora che è nelle casse dello Ior, non ha più né un padre, né un figlio. “Tutto può essere confuso”, come spiega il procuratore di Catania Vincenzo D'Agata.
La Finanza accerta che, grazie ai codici di "home banking" del conto Ior che ha avuto dal figlio Orazio, tra febbraio e ottobre 2006, dei 245mila euro arrivati, Antonino, il padre del prete, ne fa ripartire 225 (la differenza di 20mila che rimane sul conto è forse davvero l'unica "opera di beneficenza" in questa storia) con «nove bonifici» telematici verso il suo conto della filiale di Catania della banca Popolare di Novara, casella di partenza di questo di giro dell'oca. Qualche tempo dopo, Vincenzo, il mafioso, passa allo sportello e preleva quel denaro in contanti.
Una “lavanderia” nel più piccolo stato del mondo: Il Vaticano.