Caso Diciotti, Ue a governo: "le minacce in Europa non portano da nessuna parte"
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CATANIA, 24 AGOSTO - Continua il braccio di ferro tra governo italiano e Ue sulla vicenda della nave Diciotti ferma nel porto di Catania con a bordo 150 migranti che il governo non ha intenzione di far sbarcare finché non si avrà la certezza che le persone a bordo saranno ridistribuite tra i 27 paesi dell’Unione Europea. [MORE]
Ieri il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, era intervenuto sulla questione dichiarando: “Se l'Unione Europea si ostina con questo atteggiamento, se domani dalla riunione della Commissione europea non esce nulla e non decidono nulla sulla nave Diciotti e sulla redistribuzione dei migranti, io e tutto il MoVimento 5 Stelle non siamo più disposti a dare 20 miliardi all'Unione europea ogni anno”.
L’Ue ha replicato alle parole di Di Maio sostenendo, tramite un portavoce della Comissione europea, Alexandre Winterstein, che "Le minacce in Europa non portano da nessuna parte. Il modo in cui l'Europa funziona è la cooperazione e non le minacce". Il portavoce ha inoltre assicurando che stanno "lavorando duro per trovare una soluzione". Entrando nel merito Winterstein ha ricordato: "le regole europee si applicano anche al bilancio, gli stati membri hanno sempre pagato il loro contributo, c'è un chiaro obbligo legale", inoltre "non è mai successo prima" che un Paese non pagasse i contributi che gli erano richiesti.
Un’ altra portavoce della Commissione Europea, Tove Ernst, ha precisato che la riunione degli sherpa in corso in questi giorni a Bruxelles “non è stata organizzata per risolvere il caso Diciotti", ma, più in generale, per trovare "soluzioni europee” agli sbarchi. Secondo la portavoce “tutti i dodici Paesi invitati alla riunione hanno risposto in modo positivo”, ma, trattandosi di un incontro tecnico, “non ci attendiamo che vi siano decisioni”.
Di Maio ha repllicato a sua volta alle dichiarazione di Winterstein sottolineando: il "governo non sta dicendo che non vuole fare la sua parte, ma non vogliamo essere presi in giro. Che segnale diamo abbassando la testa? Significa farsi mettere i piedi in testa. I cittadini ci chiedono di far rispettare l'Italia". Inoltre l’attuale maggioranza "non sta cercando un casus belli per litigare con l'Ue: se ci danno un segnale di apertura finisce lì".
La Germania, almeno a parole, esprime vicinanza all’Italia, infatti Ulrike Demmer, portavoce della Cancelliera Angela Merkel ha dichiarato: "I paesi colpiti e particolarmente colpiti dal fenomeno migratorio, e l'Italia è fra questi, non possono essere lasciati soli. Tutti gli Stati devono collaborare e si deve arrivare a una soluzione comune".
Nel frattempo si tranquillizza la situazione a bordo della Diciotti dopo che in mattinata si era diffusa la voce di un possibile sciopero della fame da parte dei migranti. "La situazione sulla nave Diciotti è tornata fortunatamente alla normalità. Dalle 15 riprendono le visite a bordo. È quanto mi ha riferito al telefono il contrammiraglio Martinez”, queste le parole su twitter del senatore del PD, Davide Faraone. Alla notizia del possibile sciopero della fame il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, aveva twittato: “Immigrati della Diciotti in sciopero della fame? Facciano come credono. In Italia vivono 5 milioni di persone in POVERTÀ assoluta (1,2 milioni di BAMBINI) che lo sciopero della fame lo fanno tutti i giorni, nel silenzio di buonisti, giornalisti e compagni vari”.
Alcuni cittadini hanno presentato alla Procura della Repubblica di Treviso una denuncia nei confronti del Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, accusandolo di “istigazione all’odio razziale” (e quindi violazione della Legge Mancino) “aggravato dall'aver commesso i fatti con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione”. Secondo i firmatari della denuncia il reato si sarebbe consumato attraverso delle affermazioni pubbliche del Ministro tra le quali: "per gli immigrati clandestini è finita la pacchia, preparatevi a fare le valigie, in maniera educata e tranquilla, ma se ne devono andare".
Le associazioni del Tavolo Asilo hanno scritto una lettera aperta per chiedere "con urgenza al Governo italiano di autorizzare lo sbarco delle 150 persone ancora a bordo della nave Diciotti". "I migranti soccorsi dalla nave italiana senza ulteriori indugi devono essere messi in condizione di ricevere assistenza adeguata e di beneficiare di tutte le garanzie definite dalla nostra Costituzione, dalla normativa nazionale, comunitaria e dalle convenzioni internazionali, a prescindere dai tempi e dagli esiti della contrattazione politica tra gli Stati Europei". E continuano: "le risposte dell'Unione Europea alla gestione dei flussi migratori, compresi quelli dei minorenni, nel Mediterraneo devono essere richieste nelle opportune sedi e non attraverso il trattenimento illegale di persone a bordo di una nave". Le associazioni che aderiscono al Tavolo Asilo sono: A Buon Diritto, Acli, Action Aid, Amnesty International, ARCI, Asgi, Casa dei Diritti Sociali, Caritas Italiana, Centro Astalli, CNCA, Emergency, Federazione Chiese Evangeliche Italiane, Médecins du Monde Missione Italia, Medici per i Diritti Umani, Medici Senza Frontiere, Oxfam Italia e Senza Confine.
Fonte immagine: ilfattoquotidiano.it
Fabio Di Paolo