Uccise tre persone a picconate, la difesa chiede l'assoluzione per Mada Kabobo: «Infermo di mente»
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MILANO, 31 MARZO 2014 - La difesa di Adam Kabobo, il 31enne ghanese che l’11 maggio del 2013 uccise col piccone tre malcapitate persone per le strade di Milano, nella fattispecie a Niguarda, ha chiesto l’assoluzione per «totale infermità di mente».
Quest’oggi, infatti, davanti al gup Manuela Scudieri, le parti civili hanno depositato le loro memorie e i legali di Kabobo, Benedetto Ciccarone e Francesca Colasuonno, hanno confermato la richiesta di riconoscere all’imputato l’incapacità di intendere e volere al momento degli omicidi: «Kabobo soffre di schizofrenia paranoide – hanno affermato i due avvocati, che hanno continuato – questo è un dato accertato e ora sta al giudice valutare. C’è da precisare, inoltre che anche se il nostro assistito verrà assolto per infermità, non tornerà libero ma gli verrà applicata una misura di sicurezza, ossia – spiegano – dovrà rimanere per anni in un ospedale psichiatrico giudiziario, data anche la sua pericolosità sociale».
L’istanza di pena avanzata dalla difesa si scontra con quella dello scorso 10 marzo richiesta dall’accusa. Il pm Isidoro Palma aveva, infatti, chiesto una condanna a 20 anni, riconoscendo l’attenuante della semi-infermità mentale e gli sconti di pena previsti dal rito abbreviato. Invero, il pm aveva chiesto 6 anni in una casa di cura e custodia come misura di sicurezza a pena espiata. Il magistrato si era basato sulla perizia psichiatrica, depositata lo scorso ottobre e firmata dallo psichiatra Ambrogio Pennati e dalla criminologa Isabella Merzagora, la quale riconosceva nel ghanese uno stato di parziale infermità mentale, ma allo stesso tempo si evidenziava la capacità dell’imputato di intendere al meglio al momento degli omicidi. La sentenza finale è stata fissata per il prossimo 15 aprile.
Durante l’odierna udienza era presente Andrea Masini, figlio di Ermanno Masini, una delle tre vittime uccise da Kabobo assieme alle altre due Alessandro Carolè e Daniela Carella, che ha dichiarato: «Anche in caso di condanna qualsiasi pena per me non sarà soddisfacente. Io – ha concluso Masini – continuerò a combattere questa battaglia per mio padre».[MORE]
Per la cronaca, nella mattinata, proprio davanti al Palazzo di Giustizia milanese, Fratelli d’Italia, ha organizzato un sit-in al fine di chiedere maggiore giustizia per le vittime. Erano presenti l’ex ministro Ignazio La Russa, il deputato europeo Carlo Fidanza, Riccardo De Corato, vice-presidente del Consiglio Comunale, Massimo Girtnanner, portavoce cittadino di Fratelli d'Italia, Paola Frassinetti, portavoce regionale, Romano La Russa, portavoce provinciale, Marco Osnato, consigliere comunale, e i dirigenti nazionali e regionali di Fratelli d'Italia.
(Immagine da repubblica.it)
Giovanni Maria Elia