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ROMA, 7 APRILE - Stop dei giudici di Roma all’app Uber. Lo stop del Tribunale capitolino è giunto nella giornata di oggi, prevedendo una interruzione provvisoria del servizio della durata di 10 giorni. La decisione dei giudici è avvenuta a seguito dell’accoglimento del ricorso presentato dalle associazioni di categoria.[MORE]
Stop dunque alle ormai famose macchine nere attive a Milano e nella Capitale, nonché le analoghe app Uber-Lux, Uber-Suv, Uber-X, Uber-XL, UberSelect, Uber-Van. La decisione sfavorevole all’azienda ha totalmente spiazzato i vertici, che si ritengono allibiti per la decisione odierna. La violazione imputata ad Uber si legherebbe al cosiddetto concetto di concorrenza sleale all’interno del mercato.
«Siamo allibiti per quanto annunciato dall’ordinanza che va nella direzione opposta rispetto al decreto Milleproroghe e alla normativa europea» - è il primo commento dell’azienda. Che prosegue riferendo delle proprie future intenzioni: «Faremo appello contro questa decisione, basata su una legge vecchia di 25 anni e che non rispecchia più i tempi, per permettere a migliaia di autisti professionisti di continuare a lavorare grazie all’app di Uber e alle persone di avere maggiore scelta».
Soddisfatti per la decisione Ugl taxi, Federtaxi Cisal, Uil Trasporti, Fit Cisl, e Associazione Tutela Legale Taxi che hanno parlato di «schiacciante vittoria su Uber», all’interno di una diatriba infinita che non accenna a placarsi e di certo si nutrirà di altre successive vicende. Uber ha invece invocato un intervento governativo a riguardo ai fini della tutela della concorrenza e delle nuove tecnologie dell’azienda stessa.
Secondo i giudici, per gli autisti Uber si configurerebbe una situazione di indebito vantaggio rispetto ai tassisti. Questo perché gli autisti Uber non sono soggetti a «tariffe predeterminate dalle competenti autorità amministrative potendo selezionare «prezzi più competitivi» a seconda «delle esigenze di mercato». A venir meno, sarebbe secondo i giudici la normativa «a danno di coloro che esercitano il servizio di taxi o di noleggio con conducente».
La decisione della nona sezione civile del Tribunale romano si accompagna al blocco disposto dai giudici milanesi due anni addietro circa l’app Uper-Pop, che era stata bloccata da questa decisione. Sulla vicenda si è espresso in maniera durissima il Codacons, che ha parlato di «decisione abnorme che riporta l’Italia nel Medioevo».
foto da: oklahomalegaldefense.com
Cosimo Cataleta