Turchia, un terzo dei matrimoni nell'est coinvolgono spose bambine
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Turchia, un terzo dei matrimoni nell'est coinvolgono spose bambine

mercoledì 15 gennaio, 2014

 ISTANBUL, 15 GENNAIO 2014 – Un terzo dei matrimoni nelle provincie orientali e sud-orientali della Turchia coinvolgono spose di minore età, con una percentuale significativa di età inferiore ai quindici anni. Lo dichiara uno studio condotto dalla KAMER, una ONG che si occupa del miglioramento delle condizioni e dei diritti delle donne, basato su interviste a circa 60,000 donne in 23 province. I risultati dipingono un quadro preoccupante della situazione, in particolare nelle zone rurali, e sono riemersi a seguito della tragica morte di una sposa bambina in provincia di Siirt, dopo aver dato alla luce il suo secondo bambino.

«Le autorità civili dovrebbero attivarsi il più presto possibile, insieme a insegnanti e imam, affinché si sensibilizzi la popolazione sul tema delle spose bambine. Le misure preventive devono essere adottate in ogni provincia, distretto o villaggio», si legge nel rapporto, da una dichiarazione della direttrice della succursale di Van della KAMER, Esra Gurcan.

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Tra le donne intervistate dalla KAMER, 4,711 avevano contratto matrimonio a 16 o 17 anni, 2,217 si sono sposate tra i 13 e i 15, mentre 54 scendevano sotto l'età dei 12 anni. Riferendosi alla storia straziante della ragazza morta a Siir, Gurcan ha dichiarato che il caso dovrebbe rappresentare un esempio chiave sulle condizioni dei diritti e le uguaglianze sociali nel paese. «Se stiamo parlando di una ragazza sposata all'età di 11 anni, morta all'età di 14 per aver dato vita al suo secondogenito, questo dovrebbe essere motivo di vergogna per tutti noi».

L'età legale per contrarre matrimonio in Turchia è stata di recente innalzata da 15 a 17, ma nonostante ciò molte famiglie cambiano la data di nascita delle figlie affinché possano sposarsi legalmente. Gli esperti sottolineano che le leggi a riguardo non hanno alcun potere persuasivo e non sono sufficienti per conto proprio. Bisogna invece insistere sulla sensibilizzazione, che potrebbe portare a migliori risultati.

Foto: hurriyetdailynews.com

Dino Buonaiuto (corrispondente dalla Turchia)


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