Turchia, morto un manifestante di 20 anni
Estero Lombardia

Turchia, morto un manifestante di 20 anni

lunedì 3 giugno, 2013

ISTANBUL, 03 GIUGNO 2013- Un altro giorno di scontri e di violenze in Turchia, dove continua a imperversare la protesta di un nutrito gruppo di giovani, riversatosi per le strade delle principali città per gridare il proprio dissenso contro il regime di Recep Tayyip Erdogan, primo ministro in carica dal marzo 2003. Per la terza notte i presidi dei contestatori hanno occupato le vie cittadine e atti di violenza di sono registrati presso le varie sedi dell’Akp, il partito che sostiene il premier. Bombe molotov hanno provocato incendi in diversi uffici, tutti comunque di piccola entità[MORE]

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Una contestazione, questa, che ha trovato sin dalle prime ore il braccio duro governativo, deciso a stroncare ogni forma di manifestazione con la forza. E già si contano le prime vittime: durante uno dei tanti scontri verificatisi nella notte ad Istanbul, una vettura si è schiantata contro la folla uccidendo un giovane di 20 anni. Resta ancora da capire se l’automobile in questione fosse un taxi o una volante della polizia. Intanto è stata dichiarata la morte cerebrale per Ethem Sarisuluk, il giovane colpito alla testa da un proiettile durante una protesta nella capitale: la fotografia che lo ritrae inerte, accasciato al suolo ha fatto il giro del mondo.


Il pretesto da cui hanno preso avvio le prime rivolte si attribuisce alla decisione del governo di voler tagliare gli alberi del Gezi Park per far posto ad un centro commerciale. Così migliaia di giovani si sono palesati in piazza, nella zona attigua al parco, per riappropriarsi di ciò che appartiene loro di diritto. In realtà però il dissidio tra due mondi totalmente antitetici ha radici più profonde: è la guerra tra chi aspira ad affermare ideali ispirati ad uno stato laico e smilitarizzato e chi, ricorrendo alle armi e al potere militare, tenta di imporre una visione religiosa del bene comune. Erdogan è colui che considera Twitter e i social media in generale uno strumento demoniaco e fuorviante; Erdogan è colui che combatte le effusioni in pubblico; Ergogan è colui che vorrebbe vietare gli alcolici. Erdogan, infine, è colui che è finito in carcere perché giudicato colpevole di incitamento all’odio religioso: aveva evocato pubblicamente i versi del poeta turco Ziya Gokalp: “Le moschee sono le nostre caserme, le cupole i nostri elmetti, i minareti le nostre baionette ed i fedeli i nostri soldati... ".


Uno schema che non può essere che inviso a chi sogna per il proprio paese l’emancipazione, la libertà, la laicità. E allora qualcuno parla di ‘Primavera Turca’ e di rivoluzione rossa. Ma il Governo tenta di sminuire la portata delle rivolte, adducendole a gruppi di facinorosi ed estremisti di sinistra, ventilando peraltro l’ipotesi che vi sia un qualche supporto estero.

Emmanuela Tubelli


Autore
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