Tsunami in Indonesia: il bilancio supera le 400 vittime ed i 15mila sfollati
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Tsunami in Indonesia: il bilancio supera le 400 vittime ed i 15mila sfollati

mercoledì 26 dicembre, 2018

GIACARTA, 26 DICEMBRE – Sale a 430 il bilancio delle vittime dello tsunami che in tutti i sensi si è abbattuto sulle coste indonesiane a partire dal 22 dicembre, segnando ancora più tragicamente il funesto anniversario dei catastrofici maremoti del 2004. Le autorità di Giacarta continuano ad invitare la popolazione a tenersi lontana dalle più esposte zone dello Stretto di Sunda, ancora interessate dal fenomeno idrogeologico, ma la principale preoccupazione per l’amministrazione locale è a questo punto quella che riguarda i soccorsi, ostacolati dalle incessanti piogge.

Oltre ai circa 1.500 feriti, 159 dispersi e 22mila sfollati già registrati, i militari impiegati dal governo ed i volontari accorsi stanno tentando di individuare ulteriori superstiti utilizzando soprattutto cani e droni da ricognizione, non potendo accedere personalmente a molte delle zone segnate dal disastro, fra Sumatra e Giava, laddove la situazione logistica resta molto complessa a causa della distruzione pressoché totale. Problematiche analoghe riguardano gli aiuti agli sfollati, con cibo, acqua potabile, coperte e medicinali che faticano ad arrivare alle zone colpite nonostante l’impegno generale.

Vi sarebbe ancora, inoltre, il pericolo che nuove violente ondate possano abbattersi soprattutto sull’isola di Sumatra, dal momento che l’eruzione del vulcano Krakatoa è ancora in corso. Si teme dunque che l’attività della caldera di Rakata possa avvicinarsi ai livelli della celebre eruzione del 1883, che sprigionò un’energia pari a 200 megatoni e che provocò quello che presumibilmente fu il rumore più forte mai udito sul pianeta in epoca storica, un boato che sarebbe stato avvertito a quasi cinquemila km di distanza; quella esplosione ridusse in cenere l’isola sulla quale sorgeva il vulcano e scatenò un’onda di maremoto alta 40 metri che correva alla velocità di 300 km/h e fu in grado di devastare intere città e villaggi.

Secondo gli esperti, è possibile che l’attuale eruzione sia stata provocata da una repentina successione di eventi geologici, a partire da un’improvvisa ed imponderabile frana sottomarina, il che non avrebbe consentito di mettere in allerta la popolazione locale ed organizzare un’evacuazione generale, come accaduto invece in altre occasioni, considerando le notorie condizioni di attività del Krakatoa (vulcano di tipo stromboliano, che erutta ad intervalli regolari). Del resto, l’Indonesia è uno dei Paesi più colpiti da disastri naturali, trovandosi a cavallo del cosiddetto “Anello di Fuoco” del Pacifico – dove si scontrano le placche tettoniche – e per questo vi si verifica una gran parte delle eruzioni vulcaniche e dei terremoti del mondo.


Francesco Gagliardi


Fonte immagine: tg24.sky.it


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