Truffa alla Carige: sette arresti e perquisizioni. 21 milioni portati in Svizzera
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GENOVA, 22 MAGGIO 2014 - All'alba di questa mattina la Guardia di Finanza di Genova ha predisposto sette ordinanze di custodia cautelare e sequestri per 22 milioni di beni nei confronti di alcune persone coinvolte in una truffa ai danni dell'istituto bancario Carige.
Tra gli arrestati l'ex presidente del cda di Carige e vicepresidente dell’Abi Giovanni Berneschi e l’ex amministratore delegato di Carige Vita Ferdinando Menconi, entrambi condannati agli arresti domiciliari per truffa e riciclaggio ai danni della banca. Le altre persone fermate, in custodia cautelare, sono cinque professionisti ritenuti gli esecutori materiali dei reati contestati: Ernesto Cavallini, imprenditore immobiliare di 70 anni (ai domiciliari), Davide Enderlin, avvocato svizzero, di 42 anni (in carcere); Sandro Maria Calloni, 65enne imprenditore; Andrea Vallebuona, commercialista di Genova, 51 anni (in carcere), Francesca Amisano, nuora di Berneschi 47 anni (carcere).
Tutti gli arrestati sarebbero complici di operazioni finanziarie riguardanti patrimoni che venivano riciclati attraverso lo schermo di società finanziarie italiane e straniere.
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Per la Guardia di finanza "Giovanni Berneschi, attuale vicepresidente di Abi e della Cassa di Risparmio di Carrara, aveva creato un management fortemente condizionato dal carismatico leader ventennale sia del gruppo bancario che assicurativo". Secondo la Procura esisteva un comitato d'affari "in cui Berneschi e Menconi pianificavano le operazioni finanziarie sfruttando i loro ruoli nel cda di Carige Nuova", mentre Vallebuona, Amisano, Enderlin, Calloni "si prestavano ad effettuare attività di investimento e riciclaggio" con "complesse operazioni immobiliari e finanziarie".
Le accuse nei confronti dei sette indagati sono per associazione a delinquere transnazionale, truffa aggravata, riciclaggio ed intestazione fittizia di beni e sono in corso perquisizioni a Genova, a Milano e a La Spezia. Secondo la Guardia di finanza, dal 2006 al 2009 gli acquisti "gonfiati di società facenti capo a persone compiacenti hanno fatto in modo che fossero portati in Svizzera circa 22 milioni di euro". Di questi, "parte è stata impiegata per un investimento immobiliare in territorio elvetico i cui effettivi titolari erano i vertici del gruppo Carige".
Il denaro sarebbe stato trasferito in Svizzera attraverso una serie di operazioni di compravendita di società di diritto estero ed i 21 milioni sarebbero stati posto sotto sequestro preventivo.
L'inchiesta sarebbe partita da Genova a partire dalla compravendita di due hotel, il Mercure di Milano e il Pisana di Roma, di proprietà della IH Roma srl, avvenuta nel 2006 dalla Ihc di Ernesto Cavallini a Carige Vita Nuova al prezzo complessivo di 70,5 milioni di euro, superiore del 50% del loro valore. Nel comunicato della procura di Genova si legge che "i profitti della compravendita andavano a Cavallini, che li divideva con Berneschi e Menconi. I profitti venivano riciclati utilizzando società schermo estere".
A questi due banchieri sarebbero quindi arrivati 16,5 milioni che intendevano poi investire nell'acquisto dell'Holiday Inn di Lugano. E sarebbe proprio questa l'accusa portata avanti dai pm genovesi Nicola Piacente e Silvio Franz e accolta dal gip Adriana Petri che ha accolto la richiesta di arresto della procura.
La Banca Carige, intanto, ammette di essere la parte lesa di questa maxi-truffa messa a punto asi suoi danni, come ha dichiarato il presidente Cesare Castelbarco Albani: "Ho letto le agenzie di stampa. Vedremo cosa succederà ma, comunque, noi siamo la parte lesa. Faremo poi le nostre valutazioni”. Ed aggiunge, riguardo le ripercussioni negative sul titolo Carige: "Non ho sufficienti elementi per esprimere valutazioni".
Fonte: Il Sole 24 Ore
Valentina D'Andrea