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TERNI, 6 SETTEMBRE 2014 – Dopo lunghe trattative al ministero dello Sviluppo economico (Mise) la multinazionale tedesca dell'acciaio ThyssenKrupp ha ritirato le procedure di mobilità per circa 550 lavoratori dell'Ast di Terni, firmando ieri mattina (venerdì 5) l'accordo tra le parti sociali con la mediazione del Governo. L'intesa definitiva dovrà essere raggiunta entro il 4 ottobre e fino ad allora azienda e sindacati si sono impegnati a non assumere «iniziative unilaterali»; già lunedì prossimo 8 settembre è fissato - sempre in sede ministeriale - il primo incontro tra le parti.
Verbale
Nel verbale dell'intesa siglata si legge che «Le parti riconoscono che, in questo quadro, è prioritario e fondamentale il confronto tra le parti sociali con l’obiettivo di giungere rapidamente ad un quadro di riferimento omogeneo ed a soluzioni condivise su: Obiettivi aziendali di medio-lungo periodo (investimenti e rilancio industriale);
Organizzazione della produzione.
Miglioramento di efficienza, produttività e qualità;
Prospettive e dimensione della occupazione sia diretta che indotta».[MORE]
Federica Guidi
Dopo la firma dell'accordo il ministro Federica Guidi ha evidenziato l'importanza di difendere «l'industria siderurgica italiana, e l'occupazione che garantisce, perché l'acciaio è una produzione essenziale per l' economia nazionale alla quale il Paese non può in alcun modo rinunciare». Inoltre, ha precisato che la mediazione dell'esecutivo ha permesso di evitare «che atti unilaterali compromettessero il futuro di una presenza industriale essenziale non solo per l’Umbria ma per tutto il territorio nazionale. L'impegno del governo, delle istituzioni locali, dell'azienda e dei sindacati è adesso quello di raggiungere entro un mese un accordo che dia un futuro sostenibile al gruppo Ast».
Catiuscia Marini
Per la governatrice dell'Umbria Catiuscia Marini, il percorso intrapreso è diretto verso «una trattativa decisiva per il futuro delle acciaierie», «che adesso si potrà svolgere, ovviamente tenendo presenti le posizioni dell’azienda, sul merito e non su questioni di principio che non apparivano condivisibili».
Domenico Carelli
(Foto: firstonline.info)