Tecnici Eurozona: "Grecia fuori euro, ogni Paese prepari piano d'emergenza"
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BRUXELLES, 23 MAGGIO 2012- "Grecia fuori euro, ogni Paese prepari piano d'emergenza", questa indiscrezione proveniente da una teleconferenza dei tecnici dell'Ewg, il gruppo di lavoro dell'Eurogruppo, non fa presaggire nulla di buono. "Il gruppo ha concordato che ciascun paese dell'Eurozona prepari un piano di emergenza, individualmente, per capire le potenziali conseguenze di una fuoriuscita della Grecia", hanno poi precisato i tecnici.
Secondo quanto si è appreso, i piani nazionali dovrebbero servire per specificare il costo per ogni singolo Paese di un addio di Atene alla moneta unica. Naturalmente, il "tributo" più alto spetterà alla Grecia. Comunque sia, per l' eventuale "divorzio consensuale", l'Ue e il Fmi stanno valutando l'ipotesi di concedere alla Grecia altri 50 miliardi di euro ad Atene da parte .
A tutto ciò, si aggiungono le parole di Christine Lagarde che ha invitato i membri dell'Eurozona a stare attenti perchè, "C'è il rischio di contaminazione da un membro isolato agli altri membri della zona, che vogliono rimanerci e che fanno tutto quello che devono fare". Inoltre, la Lagarde ha ipotizza un aumento degli aiuti alla Grecia da parte degli altri paesi dell'Eurozona finalizzato a scongiurare un'uscita di Atene dall'euro. [MORE]
Tuttavia, dall'Eurozona, probabilmente per non scatenare il panico tra i mercati finaziari, arrivano affermazione di segno opposto. Il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, ha affermato, "Al premier greco ad interim, Panagiotis Pikrammenos, ho ribadito la forte volontà della Commissione affinché la Grecia resti un membro dell'Eurozona e che continueremo a fare tutto quanto in nostro potere perché questo avvenga". Allo stesso tempo, però, Barroso ha sottolineato "l'importanza che la Grecia mantenga i suoi impegni. Vorrei che ci fosse un modo più semplice per uscire dalla crisi che la Grecia si trova ad affrontare. Il fatto è che il modo meno difficile è la piena attuazione del secondo programma concordato tra il Paese e i suoi partner internazionali".
Sulla stessa lunghezza d'onda, il portavoce della Commissione, Olivier Bailly, che ha precisato che a Bruxelles non c'è "per ora alcuna intenzione di esplorare scenari alternativi al rispetto degli impegni assunti dalla Grecia nei riguardi della Trojka. Vogliamo che la Grecia resti nell'Eurozona e vogliamo che il popolo greco resti nell'Eurozona". Tuttavia, il portavoce Ue ribadisce che, "se Atene rispetterà i suoi impegni anche gli altri stati membri dovranno farlo. Per questo Bruxelles, che pure rispetta il processo democratico in corso in Grecia e non fa commenti in vista delle nuove elezioni del 17 giugno, ha espresso una forte preferenza perché dalle consultazioni elettorali emerga una coalizione che metta in atto il memorandum d'intesa per il secondo piano di aiuti e risanamento firmato dal precedente governo di Atene con la Trojka".
Particolarmente ferma nella richiesta del rispetto del piano per Atene è la Germania. Dove la Bundesbank ha oggi ribadito l'ottimismo tedesco per la tenuta dell'Eurozona anche in caso di fuoriuscita della Grecia. Nel suo rapporto mensile, la banca centrale afferma che, sebbene la situazione di Atene sia "estremamente preoccupante", le sfide che l'area euro dovrà affrontare saranno "significative" ma "controllabili", a patto che ci sia un'attenta gestione della crisi. Nel rapporto, la Bundesbank aggiunge che il pericolo su una mancata attuazione dell'austerity da parte di Atene è reale, motivo per cui aiuti futuri potrebbero essere a rischio.
L'uomo nuovo sullo scenario è il presidente francese Francois Hollande, di certo meno incline del predecessore Sarkozy ad appiattirsi sulla rigida posizione tedesca. "Sono determinato a fare di tutto affinché la Grecia resti nella zona euro e per convincere gli altri paese della necessità che questo accada", le sue parole nel corso di una conferenza stampa congiunta a Parigi con il premier spagnolo Mariano Rajoy, durante la quale Hollande ha precisato di "non essere a conoscenza" di piani di emergenza per un'eventuale uscita della Grecia dall'euro. Meno prudenti le dichiarazioni rilasciate al settimanale tedesco Die Zeit da Philippe Aghion, consigliere economico del neo-presidente francese: "A Grecia, Spagna e Portogallo servirà una nuova ristrutturazione del debito. Non vedo come potranno mai veramente crescere senza".
Secondo il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, con i partiti greci "bisogna essere molto chiari sulle conseguenze drammatiche di un abbandono del Paese dell'eurozona". Nell'intervista al Wall Street Journal, anche il titolare della Farnesina sottolinea la determinazione degli Stati membri dell'Ue nel voler fortemente "la Grecia nell'euro". Terzi, inoltre afferma che "è necessario e possibile conciliare il rigore con le misure di stimolo allo sviluppo, ma vanno create rapidamente le condizioni per la crescita".
Rosy Merola