Teatro: a Castrovillari (CS) va in scena "Ditegli sempre di sì"
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CASTROVILLARI (CS), 27 FEBBRAIO 2015 - Dopo le intriganti atmosfere tra sogno e realtà che ha regalato "Cu'nt-ami", spettacolo avvolto dal fascino intramontabile della fiaba, portato in scena dai giovanissimi attori de Il Loco Teatro, la XVI Stagione Teatrale Comunale di Castrovillari cambia totalmente registro e presenta "Ditegli sempre di sì" di Eduardo De Filippo. [MORE]
Lo spettacolo, il secondo fuori abbonamento, inserito nel cartellone messo a punto da Aprustum e Khoreia 2000, e' previsto per sabato 28 febbraio, ore 21,00, al Teatro Sybaris. Omaggio al genio di Eduardo nel trentennale della sua scomparsa, sara' portato in scena dalla compagnia moranese L'Allegra Ribalta, presieduta da Massimo Celiberto. "Ditegli sempre di si'", uno dei piu' importanti titoli della drammaturgia eduardiana, affronta come tema centrale quello della pazzia, presente anche ne "Il medico dei pazzi" di Eduardo Scarpetta, ed affrontata dallo stesso Eduardo in "Uomo e galantuomo". Se pero' in quest'ultimo testo la pazzia del protagonista viene simulata per sfuggire a situazioni scomode e imbarazzanti, in "Ditegli sempre di si'", al contrario, il protagonista e' davvero malato di mente e, poiche' questa condizione e' stata tenuta nascosta, le sue stranezze saranno la causa di equivoci e situazioni imbarazzanti. Diretti da Casimiro Gatto, sulla scena ci saranno Adele Schifino, Alessandro Laitano, Domenico Laitano, Emilia Zicari, Fedele Fuscaldo, Franco Vacca, Gaetano Lo Tufo, Katia Sartore, Mariella Salerno, Roberto Coscia, Rosaldo Principe, Teresa Rosito e Vincenzo Forte.
Protagonista della commedia e' Michele Murri, un pazzo vero, fissato sulle parole, che va sentenziando che la gente non parla con vocaboli appropriati, creando cosi' equivoci e fraintendimenti. Una volta fuori dal manicomio sembra perfettamente a posto, anche se prende tutto troppo sul serio: se la sorella zitella afferma che le piacerebbe sposare il vicino di casa, subito diffonde la voce del matrimonio; se un amico di famiglia giura che fara' pace col fratello solo da morto, ecco che si affretta a mandare un telegramma con la dolorosa notizia; se qualcuno da' del matto a Luigi, lo spasimante della figlia, Michele tenta di tagliargli la testa, perche' e' li', dice lui, che s'annida la pazzia. In questo testo di Eduardo de Filippo, scritto nel 1925 in pieno regime fascista e dunque fortemente "politico", e' invece evidente la tesi morale: la societa' ottusa, ipocrita e conformista mette inesorabilmente all'indice chi e' "diverso", estromettendo quindi inevitabilmente i pazzi "veri", come Michele, ma anche gli estrosi, gli stravaganti, come il giovane e spiantato artista Luigi, che non potendo proteggersi neppure dietro la facciata della patologia medica e' il vero escluso.
(fonte: AGI)