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In taxi: lei è la figlia di Aldo Biscardi? Conversazione con un tassista che ha incontrato mio padre.
Sono sotto casa ad aspettare il taxi che ho chiamato.
Arriva e un tassista con mascherina, occhiali e guanti (siamo in tempi coronavirus) con voce squillante mi dice:
«Buongiorno! Lei è la signora Biscardi?»
Confermo e mi accomodo sul sedile posteriore.
«Dove la porto signo'?»
Indico la mia destinazione.
«Lei è parente di Aldo?»
Mi capita spesso quando salgo su un taxi che mi facciano questa domanda.
Ovviamente rispondo che sì, sono sua figlia.
"Ma lei lo sa quante volte suo padre è salito su questo taxi e stava seduto proprio dove è lei ora!... che grandi chiacchierate! Uomo socievole e divertentissimo".
«Già! A lui piaceva molto chiacchierare» dico cercando di non allungarmi troppo nella risposta, ma il tassista ha tanta voglia di parlare.
«Quante risate mi sono fatto con lui! Lo sa, proprio oggi ho letto su Internet un articolo del Corriere dello Sport che ricordava i famosi sondaggi di suo padre. Era un maestro io l'ho sempre seguito Il Processo sin da bambino e ricordo i sondaggi, ma mi dica erano davvero “fasulli” come dice il giornalista? Perché lui li faceva sembrare veri».
Non posso non rispondere; anche io ho letto quell'articolo e mi ha fatto ricordare tanti bellissimi momenti lavorativi, il nostro era un team favoloso e lui aveva una grande capacità di infondere continuo desiderio di generare cose nuove.
Inventò il sondaggio, prima con il televoto, poi con le mail, poi a muso storto si adeguò ai social.
Ma tutto gli andava sempre stampato, voleva leggerlo su carta, studiarlo, scarabocchiarlo, aggiungerci appunti.
E così rispondo: «Se fossero stati fasulli i suoi, oggi lo sarebbero i voti dei festival, i sondaggi dei politici e gli ascolti in tv».
«Infatti il giornalista parla bene di suo padre e della sua invenzione dei sondaggi, anche se dice che li camuffava per fare ascolti».
«Per lui i sondaggi indirizzavano, davano pepe alla trasmissione creavano divergenze fra ospiti e pubblico non erano pilotati erano funzionali al dibattito, altrimenti che genio sarebbe stato?» rispondo per soddisfare la sua curiosità, poi questo tassista sembra sinceramente interessato e continua:
«Ha ragione! Aveva delle trovate proprio geniali, era proprio avanti! Sa che le dico? Non c'è imitazione che tenga! Vedo tristemente la tv di oggi e rimpiango quella di prima, sanguigna, polemica ma divertente. Ma Signo'... me la dice una cosa? Aldo come faceva a inventare tutti quegli scoop?»
Sorrido attraverso la mascherina, mi avvicino al suo sedile e dico:
«”Sgub” vuole dire?»
Ci facciamo una bella risata.
«Ah! ah! è vero è famoso per questo come per denghiu».
«Vuole sapere la verità? Io ho lavorato con lui per tantissimo tempo. Era sempre sul pezzo, non gli sfuggiva nulla, studiava meticolosamente un avvenimento fino al momento della messa in onda. Pensi! Quasi sempre capovolgevamo la scaletta e gli argomenti durante la diretta, non sapevamo mai cosa avrebbe detto ed eravamo pronti a seguire i cambiamenti. Era il bello della diretta!»
«Quando stava sul taxi gli chiedevo qualche aneddoto e lui me li raccontava sempre sorridendo. Lo sa? Io mi immedesimavo nel racconto!»
«Mio padre amava la gente non ha mai rifiutato un contatto, una parola, un autografo» rispondo con gioia. Ho sempre piacere di parlare di mio padre e di condividere con altri i suoi ricordi,
e questo tassista mi sta proprio simpatico!
«Signora lo sa che io ciò un autografo di suo padre? L'ho regalato a mio figlio, è stato felicissimo! prima di scendere me la dice una cosa? Maradona è stato ospite del Processo per un anno, com’erano loro insieme?»
Che bei ricordi ha suscitato questa domanda, ma un anno con Maradona, per me che dovevo gestirlo, è stato complicato, divertente, ma molto lungo.
Comunque rispondo in maniera sintetica, stiamo per arrivare a destinazione:
«Beh! mi chiede una cosa lunga da raccontare ma le posso svelare un segreto. Mio padre e Maradona insieme erano uno spasso. Aldo preciso, quasi maniacale, sempre con tutto sotto controllo, Maradona incontrollabile, senza orari, arrivava all'ultimo momento e si prendeva i rimbrotti ridendo e fregandosene. Parlava senza freni e Aldo gli scalciava sotto il tavolo per contenerlo, quando non ci riusciva, accavallando il dibattito dava la parola a un altro ospite. E poi la cosa che "lo mandava ai pazzi" era che Diego il più delle volte arrivava in pantaloncini corti e maglietta sponsorizzata e pretendeva di andare in onda così.
Dai a spiegare che non era possibile, che in trasmissione Aldo voleva tutti in giacca e cravatta, impeccabili com’era lui!
Una sera sono stata costretta dall'emergenza a togliere una camicia ad un cameraman con la stessa pancia di Diego e dare a lui la sua maglietta. Sa come ho calmato il povero cameramen? Dicendogli che quella maglietta sarebbe rimasta a lui.
Immagini la scena: Maradona a un minuto dalla messa in onda seduto che si abbottona la camicia, e in pantaloncini! Quelli per fortuna sotto il bancone non si vedevano! Tutto lo studio rideva, tranne Aldo arrabbiatissimo!!!»
«Signo’ se sarà divertita tanto! Quanto avrei pagato per esserci stato!»
Ne ridiamo insieme.
«Ora sono arrivata, la prossima volta che ci incontriamo le racconterò qualche altro episodio».
«Grazie signora è stata una bella chiacchierata, il signor Aldo mi è rimasto nel cuore, tante volte l'ho portato io!»
«Grazie a lei della chiacchierata ho sempre piacere di parlare di mio padre!»
Questo è uno dei tanti incontri che mi ricordano quanto lui amasse la gente e quanto ne fosse ricambiato.
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Antonella Biscardi
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