Tasi, Codacons: stangata fino a 174 euro. Le famiglie meno agiate le più colpite
Economia Lombardia

Tasi, Codacons: stangata fino a 174 euro. Le famiglie meno agiate le più colpite

giovedì 9 gennaio, 2014

MILANO, 09 GENNAIO 2014 – Insieme al caos che si sta sviluppando sulla Tasi - la nuova imposta sui servizi locali alla prima casa – puntuali arrivano le stime su quanto la sopraindicata imposta sulle tasche dei contribuenti italiani. Così, secondo il Codacons è in arrivo una stangata fino a 174 euro (calcolata lasciando l'aliquota al livello più basso del 2,5 per mille), che aggiunge: « A pagare di più saranno le famiglie meno agiate, quelle che abitano in una casa con minore rendita catastale e quelle numerose, con più figli».

In particolare, per il Codacons - nel passaggio da Imu prima casa a Tasi, in assenza di figli - per poter risparmiare - applicando l’aliquota Tasi allo 0,25% - la rendita catastale deve superare 793,65 euro, altrimenti si pagherà di più. Passando ad una stima che prevede la presenza di un figlio, la soglia sale a 992 euro, mentre con due figli si sale a 1190,47 euro. [MORE]

Inoltre, sottolinea l’associazione dei consumatori: «Chi ha una rendita catastale di 400 euro pagava di Imu, senza figli, 69 euro. Di Tasi ora ne pagherà 168, ossia 99 euro in più. Differenza che sale a 168 in presenza di 2 figli. Con rendita da 500 euro l'aggravio nel passaggio da Imu a Tasi va da 74, senza figli, a 174, con due figli. Si fa presente che queste differenze sono con aliquota al 2,5 per mille». Conclude il Codacons: «l'errore madornale del Governo di varare una Tasi piatta, senza fissare precisi paletti nelle detrazioni, non solo rischia di far pagare la Tasi a parte di quei 5 milioni di famiglie che, grazie alle detrazioni, non pagavano l'Imu, ma penalizzerà sicuramente le famiglie che pagavano poca Imu».

Intanto, in un comunicato di Palazzo Chigi si legge: «In materia di Tasi-Imu il governo ha deciso di presentare un emendamento al decreto Enti Locali così definito: ai Comuni sarà concessa per il 2014, esclusivamente allo scopo di deliberare a favore delle famiglie e dei ceti più deboli ulteriori detrazioni rispetto a quelle già previste dalla legge di stabilità, la possibilità di decidere un incremento delle aliquote al di sopra dei massimi attualmente consentiti», aggiungendo che: «Tale incremento, che non comporterà alcun aumento della pressione fiscale, sarà compreso tra lo 0,1 e lo 0,8 per mille complessivo e i Comuni saranno liberi di decidere come ripartirlo tra le diverse basi imponibili».

Infine, il governo si impegna poi «ad affrontare con gli enti locali il problema aperto dei bilanci locali, anche attraverso una ulteriore revisione del patto di stabilità», puntualizza il sottosegretario all'Economia, Pier Paolo Baretta, precisando che lo scopo della norma «è un intervento a favore delle famiglie e dei ceti deboli attraverso l'aumento delle detrazioni sulla casa e sui servizi locali. Per realizzare questo risultato i comuni potranno incrementare le aliquote di Tasi e Imu. Saranno i comuni a decidere come ripartirle tra un minimo dello 0,1 e un massimo totale complessivo dello 0,8 per mille. Si tratta di un ulteriore passo verso un vero federalismo fiscale che va incontro alle esigenze dei comuni, ma senza alcun incremento della pressione fiscale. Si chiude così la vicenda Imu e Tasi, ma non il nostro impegno ad affrontare con gli enti locali il problema aperto dei bilanci locali, anche attraverso una ulteriore revisione del patto di stabilità».

Rosy Merola
 


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