Svimez: al Sud abbandono scolastico rilevante, pesa poverta'
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ROMA 8 NOVEMBRE - Abbandono scolastico e basso tasso di occupazione dei laureati sono due fenomeni che riguardano prevalentemente il Sud Italia. E' quanto rileva il rapporto Svimez, diffuso oggi. L'Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno "denuncia una marcata divaricazione tra partecipazione all'istruzione e scolarizzazione. Nella scuola primaria - si legge - nell'anno scolastico 2016/2017, il tempo pieno c'e' stato in oltre il 40% degli istituti del Centro-Nord, mentre al Sud ha riguardato appena il 16% delle scuole e addirittura il 13% nelle isole. Inoltre, i tassi di partecipazione al Sud sono si' superiori al 95%, ma il tasso di scolarizzazione dei 20-24enni e' notevolmente inferiore, a causa di un rilevante e persistente tasso di abbandono scolastico. Nel Mezzogiorno sono circa 300 mila (299.980) i giovani che abbandonano, il 18,4%, a fronte dell'11,1% delle regioni del Centro-Nord. E i valori piu' elevati si registrano per i maschi, addirittura il 21,5% nel Sud". Nel Mezzogiorno sono presenti livelli qualitativamente inferiori, dai trasporti, alle mense scolastiche, ai materiali didattici. Sul tasso di apprendimento, al Sud pesa anche il contesto economico-sociale e territoriale: la disoccupazione, la poverta' diffusa, l'esclusione sociale, la minore istruzione delle famiglie di provenienza e, soprattutto, la mancanza di servizi pubblici efficienti influenzano i percorsi scolastici e l'apprendimento".
Il basso tasso di occupazione per i diplomati e i laureati nel Mezzogiorno a tre anni dalla laurea e' testimoniato, secondo la Svimez, da questi dati: appena 70 mila su 160 mila (43,8%), contro i 220 mila su 302 mila (72,8%) del Centro Nord. Cio' spiega, spiegano gli esperti, perche' negli ultimi 15 anni c'e' stato un aumento dei giovani del Sud emigrati verso il Centro-Nord e/o l'estero: nell'anno accademico 2016/2017, i giovani del Sud iscritti all'universita' sono circa 685 mila circa, di questi il 25,6%, studia in un ateneo del Centro-Nord. Nello stesso anno accademico il movimento "migratorio" per studio ha interessato, quindi, circa il 30% dell'intera popolazione rimasta a studiare in atenei meridionali. Cio', secondo la Svimez, comporta, oltre alla perdita di capitale umano, una minore spesa per consumi privati, in diminuzione al Sud, e una minore spesa per istruzione universitaria da parte della Pubblica amministrazione.