Sudafrica: no alle etichette "Made in Israel" per i prodotti provenienti dai territori occupati
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Sudafrica: no alle etichette "Made in Israel" per i prodotti provenienti dai territori occupati

giovedì 23 agosto, 2012

PRETORIA, 23 AGOSTO 2012 - Da ieri in Sudafrica non verranno più tollerati i prodotti con etichetta “Made in Israel”, che in realtà provengono dai territori palestinesi occupati dagli israeliani. I prodotti dovranno avere una nuova etichetta con scritto “fabbricato nei territori palestinesi occupati”, per essere messi in commercio. La misura, in discussione in consiglio dei ministri dallo scorso maggio, ha ovviamente incrinato i rapporti fra il Sudafrica e lo stato di Israele.

Un gesto simbolico, prima che commerciale, quello del governo sudafricano. Il portavoce del ministro del commercio sudafricano, Jimmy Manyi, ha dichiarato all’agenzia di stampa sudafricana SAPA, che la decisione del governo è perfettamente in linea con le disposizioni delle Nazioni Unite. Infatti i territori palestinesi occupati da Israele nel 1967 sono considerati illegali dalla comunità internazionale, il Sudafrica semplicemente riconosce i confini israeliani imposti dalle Nazioni Unite nel 1948. Manyi riferisce che il governo sudafricano vuole tutelare i suoi consumatori, poiché essi devono sapere se i prodotti che acquistano sono veramente israeliani o provengono dai territori occupati come Gaza, Gerusalemme Est, i territori colonici della Cisgiordania e il Golan.[MORE]

Immediata la reazione del governo israeliano guidato dal nazionalista Benyamin Netanyahu. Già nello scorso maggio, quando la misura era ancora in discussione tra i membri del governo sudafricano, da parte di Israele erano arrivate accuse di razzismo, inoltre la comunità ebraica sudafricana e i conservatori evangelisti si dicevano scandalizzati dalle intenzioni del governo. Dopo l’approvazione definitiva della misura il governo israeliano ha definito, in una nota ufficiale, la scelta sudafricana "discriminatoria" e "totalmente inaccettabile". “Israele e il Sudafrica hanno divergenze politiche che sono legittime. – ha dichiarato Yigal Palmor, portavoce del ministro degli Esteri - Quello che è totalmente inaccettabile è l’uso di misure che, in sostanza, discriminano e isolano, creando un boicottaggio generale”.

(foto da www.blitzquotidiano.it)

Laura Lussu
 


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