Strage di Gorla, proposta di legge per non dimenticare i piccoli martiri
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MILANO, 20 OTTOBRE 2011- Questa mattina, l'On. Paola Frassinetti, Vicepresidente della Commissione Cultura della Camera è intervenuta a Montecitorio, per sollecitare l’esame della proposta di legge, da lei presentata un anno fa, con la quale ha chiesto che il 20 ottobre diventi “ il giorno del ricordo della strage dei piccoli martiri di Gorla”, dove morirono 194 bambini e 19 maestre a seguito di un bombardamento americano. [MORE]
L'On. Frassinetti ha sostenuto, “E’ importante che in questa giornata nelle scuole si ricordino questi piccoli martiri per conservare, rinnovare e diffondere una memoria condivisa e nel contempo promuovere una riflessione attuale sulla sicurezza negli edifici scolastici affinché nessuno trovi più la morte dentro la propria scuola”.
Era il 20 ottobre 1944, in una Milano che, come il resto d'Italia, cercava di non soccombere a causa della guerra. Tutto scarseggiava: cibo, vestiti e legna per riscaldarsi. Eppure, l'armistizio dell'8 settembre 1943, un po' di ottimismo che ormai il peggio era passato e che la guerra fosse finita, aveva fatto albergare nei cuori dei cittadini milanesi.
Tuttavia, il suono delle sirene di allarme per l'avvicinarsi dei bombardieri era diventato una costante della vita quotidiana. La gente aveva imparato a distinguere il "piccolo allarme", che indicava che gli aerei nemici sorvolavano la regione, dal "grande allarme", il che comportava che tutti i cittadini si dovevano recare nel rifugio più vicino, cosa che non era sempre una pratica immediata.
La mattina del 20 ottobre 1944, secondo le fonti della Prefettura, il piccolo allarme scattò alle 11,14, indicando che i bombardieri erano entrati nello spazio aereo della Lombardia. Quello grande suonò dieci minuti dopo, alle 11,24. Dopo tre minuri, alle 11,27, le bombe furono sganciate e il loro impatto a terra fu registrato alle 11,29.
Tutto si svolse in 15 minuti. Un intervallo di tempo troppo breve per poter correre a rifugiarsi. Impresa difficile per le persone adulte, figuriamoci per dei bimbi. Convinti che ormai la guerra era conclusa, per cercare di dare anche un senso di normalità, si era ripresa l'attività scolastica. Così quella mattina di ottobre, alla scuola elementare Francesco Crispi, a Gorla, risultavano presenti 200 piccoli alunni.
Quando suonò l'allarme piccolo, come erano abituate a fare, le maestre chiesero agli alunni di preparsi al fine di raggiungere il rifugio. Alle 11,24, secondo le testimonianze dell'epoca, la parte iniziale del corteo dei bambini era già arrivato al rifugio, gli altri invece stavano ancora sulle scale.
A quel punto, sul cielo terso della città, apparvero i bombardieri e in pochi minuti si ebbe la tragedia: una delle 170 bombe lanciate sulla scuola, si infilò proprio nella tromba delle scale e, la sua deflagrazione fece crollare quell'ala dell'edificio scolastico e delle scale, inghiottendo così tutti i bambini, gli insegnanti ed alcuni genitori corsi a riprendere i loro figli. L'unica classe che si salvò fu la quinta del maestro Modena, la quale, trovandosi al piano terra, non aveva dovuto percorrere le scale.
Nonostante i soccorsi partirono subito, dalle macerie si estrassero solo corpi senza vita. Putroppo, quel giorno, nella sola città di Milano si riuscirono a recuperare 614 morti, di molti altre persone non si ritrovarono nemmeno i resti.
Una giornata di dolore che non va dimenticata.
Rosy Merola