Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
ROMA, 26 SETTEMBRE 2011- Come era prevedibile, dopo il declassamento a sorpresa lo scorso 20 settembre del rating sul debito italiano dal precedente “A+” ad “A” ad opera di Standard & Poor’s, confermando peraltro un “Outlook negativo”, altri tagli sono stati effettuati . Infatti, la scure dell’agenzia di rating prima si è abbattuta su sette istituti di credito (l'agenzia ha abbassato i giudizi da 'A+' ad 'A' di Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Findomestic Banca e delle controllate di Intesa Sanpaolo Banca Imi, Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo e Cassa di Risparmio in Bologna, con outlook negativo. A ciò si aggiunge che i rating su Bnl sono stati abbassati da 'AA-/A-1+' a 'A+/A-1', con outlook negativo), mentre è di queste ore il declassamento di 11 enti locali. [MORE]
Come si legge in una nota di Standard and poor’s è stato abbassato da “A+ ad A, con outlook negativo, il rating dei seguenti enti locali: citta’ di Bologna, provincia di Mantova, regione Marche, Provincia di Roma, Regione Sicilia, Regione Emilia Romagna, Regione Friuli Venezia Giulia, Citta’ di Genova, Regione Liguria, citta’ di Milano e regione Umbria. Per la citta’ di Torino, invece, e’ stato rivisto da stabile a negativo l’outlook, mentre e’ stato confermato ad A il rating sul debito a lungo termine”.
Purtroppo, a pesare su tale decisione sono stati i tagli agli Enti autonomi previsti nella Manovra economica, poiché questi saranno un’ulteriore fonte di pressione per i loro bilanci. Dal punto di vista interno al paese, la minor disponibilità di risorse economiche, inciderà sulla possibilità degli stessi enti di porre in essere degli investimenti. Tutto ciò, alla fine, si andrà a riflettere negativamente sullo sviluppo economico dell’Italia. Inoltre, non bisogna dimenticare che, a seguito del declassamento del rating delle banche, probabilmente questo avrà un effetto negativo sul costo del denaro e, quindi, sui possibili finanziamenti.
Le motivazioni che hanno indotto Standard and poor’s a rivedere il giudizio espresso sulla situazione italiana, quali debolezze strutturali e macroeconomiche, i rischi di attuazione che circondano i piani di risanamento delle finanze pubbliche, a causa di questi tagli di rating a cascata, non faranno altro che peggiorare ulteriormente. Ciò darà il via ad una spirale negativa di previsioni al ribasso da parte delle stesse agenzie.
Al di fuori del nostro Paese, i suddetti giudizi negativi (sotto il profilo sia economico che politico), non fanno altro che scoraggiare gli investitori esteri nella loro decisione di sottoscrivere bond italiani, aumentando, così, il rischio di default per l’Italia.
Sostanzialmente, come si può intuire, siamo di fronte ad un serpente che si morde la coda.
Rosy Merola