Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
ROMA, 9 AGOSTO – Un altro ostacolo si pone davanti alla già travagliata corsa del progetto dello Stadio della Roma a Tor di Valle. In particolare, a rischio è la delibera approvata lo scorso 15 giugno in Assemblea capitolina dopo il restyling delle planimetrie con il dimezzamento dei volumi di cemento voluto dalla giunta Raggi, giustificato con il rispetto ai valori green del M5S.[MORE]
Il nuovo intoppo consiste nel «parere negativo» firmato dall’architetto Ornella Segnalini, dg del Dipartimento per le infrastrutture del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. La relazione, inserita nel plico senza etichette positive ma con forti «criticità» rilevate da parte dello Stato, è durissima, minando la delibera del Campidoglio.
«Si esprime parere negativo sulla nuova soluzione progettuale presentata da Eurnova», è la conclusione del documento firmato. Si attende tra oggi e domani anche il parere della Regione Lazio e quello dello Stato. Si potrebbe poi fissare una nuova Conferenza dei servizi con il Comune di Roma e Città metropolitana, con dubbia efficacia.
La delibera di novazione prevedeva che «il ponte di Traiano, lo svincolo A91 e il viadotto di approccio sono stati stralciati dal progetto (sostituiti dal cd “ponte dei Congressi”, con finanziamento statale) e di conseguenza non sono più inclusi tra le opere di interesse generale a carico del proponente», quindi «esclusi dal procedimento di approvazione del progetto in Conferenza dei servizi» per essere sostituiti da «tre differenti ipotesi realizzative, considerate alternative, delle opere infrastrutturali di collegamento con il sistema della via del Mare/Ostiense unificate sino a nodo Marconi: il ponte di Traiano, il ponte dei Congressi», più la soluzione «senza i ponti menzionati».
Per dimezzare il cemento privato sulle carte, cioè le torri e il Business park, si era pensato di togliere uno o addirittura entrambi i ponti riducendo la cubatura globale. Era stata quella, politicamente datata 24 febbraio, la svolta del progetto “Stadio della Roma” poi scivolato a giugno fino alla conquista, in Aula, dello status di pubblico interesse.
Maria Azzarello