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BUENOS AIRES, 10 DICEMBRE 2011 – Rabbia e commozione nella capitale argentina per la morte di Carla Figueroa, uccisa dal marito questa mattina nella località di General Pico. Il suo nome è Marcelo Tomaselli, 23enne con un figlio a carico, già finito in carcere per otto mesi dopo aver abusato della compagna. Alle 4.30 la telefonata della nonna: «Mia nipote è in un lago di sangue.[MORE]
Si erano conosciuti circa quattro anni fa, quando lui aveva 19 anni e lei solamente 15. Un grande amore da cui è nato anche un bambino, che oggi ha due anni. Ma il rapporto era conflittuale, al limite della paranoia, finché lei non decide di interrompere la relazione nel Marzo 2011.
Una tragedia vissuta in due tempi, iniziata il 14 Aprile scorso in una zona periferica lontano da Pico. Lì Carla si è trovata faccia a faccia con l'ex ragazzo, che l'attendeva pazientamente all'uscita del lavoro con un coltello in mano. Poi la violenza e infine la denuncia.
Marcelo è condannato alla reclusione con l'accusa di “abuso sessuale aggravato dall'uso di armi”. Otto mesi trascorsi in prigione senza mai rinnegare la violenza, fino al giorno in cui il suo avvocato Armando Aguero patteggia un accordo con il difensore della vittima.
Su richiesta di Carla il giudice decide infatti di ordinare la scarcerazione dell'uomo, tornato in libertà lo scorso 2 Dicembre con approvazione della Corte D'Appello Penale (Càmara del Crimen de Pico, ndr). Secondo il magistrato la donna avrebbe espresso il desiderio di concedere una seconda possibilità al rapporto. Forse per amore, forse per loro figlio. Fatto sta che il 28 Ottobre si è celebrato il matrimonio tra Carla e Marcelo a seguito dei voti favorevoli dei giudici Gustavo Jensen e Carlos Flores. Ad opporsi solo il magistrato Pablo Balaguer, che aveva fiutato il losco piano di Marcelo con cui sperava solamente di poter tornare in libertà.
Questa mattina il tragico epilogo che ha confermato il timore del procuratore. La chiamata alla polizia è giunta alle prime luci dell'alba dall'abitazione dove si erano da poco trasferiti i due sposi. Al telefono la voce tremante della nonna di Carla, residente nello stesso palazzo, che ha raccontato di aver dato l'allarme in seguito alle forti grida provenienti dall'interno della casa. All'arrivo della polizia gli agenti hanno trovato il corpo della giovane donna riverso in un mare di sangue. Stando a quanto riferito dagli investigatori, Carla sarebbe morta a seguito delle coltellate ricevute all'addome e al collo.
Secondo il procuratore Ivana Hernandez la donna non avrebbe agito per amore ma solamente sotto pressione della famiglia del detenuto. Ora l'uomo si trova di nuovo in carcere, questa volta con l'accusa di omicidio.
Riccardo Marcucci