Speranze e interrogativi dei giovani del"Programma Stage"
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REGGIO CALABRIA, 16 Febbraio 2012 - In un clima nazionale e regionale in cui i giovani ed i loro problemi/esigenze/sogni/aspirazioni/ideali tornano a fare cronaca e l’attenzione sul loro futuro sembra rinnovarsi alla luce di buoni propositi e volontà politica di agire (e di agire bene), c’è un punto interrogativo che, al pari di una matassa aggrovigliata, chiede di essere sciolto. Il punto interrogativo è una domanda che i giovani del Programma Stage cominciano a porsi tra le speranze e le aspettative, la voglia di essere ascoltati e la paura di non essere compresi. [MORE]
Spinti allora dall’unanimità di consensi e dalle profonde riflessioni che la lettera di Monsignor Nunnari ha stimolato sul futuro della Calabria, sulle azioni da intraprendere e sulle responsabilità da assumere, sulle risposte da dare e sulla possibilità di un dibattito aperto e franco capace di costruire nel concreto soluzioni alle impellenti problematiche che segnano e determinano profondamente la vita sociale e le esistenze professionali di tanti, i giovani del “Programma Stage (che ormai hanno fatto il “salto di qualità” e sono dei giovani precari e stanno prestando la propria attività lavorativa presso i diversi Enti pubblici che hanno aderito all'iniziativa di cui alla predetta legge regionale, sulla base di contratti -in prevalenza Co.Co.Co. - della durata di un anno) si domandano come mai nessuno si interessi all’articolo 6 della legge Regionale della Calabria n. 32 del 22 Novembre 2010. Nell’articolo difatti l’ente Regione si è impegnato a “... incentivare, da parte di soggetti pubblici e privati nei confronti degli stagisti, la realizzazione, di percorsi integrati (anche individuali) di orientamento, di alta formazione e di inserimento occupazionale, con risorse provenienti dai fondi comunitari strutturali..” tuttavia ad oggi, a quasi 7 mesi dalla scadenza dei loro contratti, ben poco si è fatto in merito, nonostante gli stessi ex stagisti, nel corso dei mesi appena trascorsi, si siano impegnati ad elaborare e individuare soluzioni di impiego dei Fondi Por che sono state presentate e sottoposte alle Autorità Competenti e che tuttavia non hanno, ad oggi, ricevuto alcun riscontro. A tal proposito, il Comitato “Programma Stage” ha chiesto, attraverso una lettera recapitata a tutti gli Enti interessati, un incontro affinché siano concordate le strategie più opportune per dare attuazione all'impegno assunto dalla Regione Calabria con l'art. 6 della Legge n. 32 sopra citata, dal momento che, nonostante la sussistenza della Legge Regionale (il famoso comma 6), nelle griglie di valutazione dei Bandi della Ragione Calabria non viene mai riconosciuto alcun punteggio alla esperienza del “Programma Stage” così come non viene attribuito alcun punteggio al percorso nella Banca Dati Esperti Junior della Regione Calabria. Va da sé che il timore dei giovani del “Programma Stage” è che tutti questi interrogativi restino aperti. La loro speranza è che, invece, a breve siano rese palesi le reali volontà sul loro futuro. Un futuro che gli stessi sognano di poter spendere, attraverso le loro professionalità e le preziose esperienze fin qui acquisite all’interno dei vari Enti, contribuendo a costruire quella crescita del Sud e della Calabria di cui tanto si parla ed a cui tutti aspiriamo. “Questo sistema ha spento la libera iniziativa e ucciso la speranza, trasformando i giovani in mendicanti di futuro (…) i giovani devono fare le valigie per inseguire la speranza” ha scritto giustamente Monsignor Nunnari. I giovani del Programma Stage chiedono la possibilità di essere cemento per questa terra e non polvere che vola via. Di non essere costretti a rifare quelle valigie che hanno disfatto tre anni fa, quando cioè hanno sposato le loro vite professionali e il loro patrimonio di conoscenze ai valori condivisi di servizio e impegno per la crescita della propria terra.
Comitato “Programma Stage”
(notizia segnalata da Mariagiulia Votta)