Sondaggi, come stanno i partiti italiani. Il punto politico
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MILANO, 20 APRILE - A dieci giorni dalle primarie che decreteranno la nuova leadership all’interno del Partito Democratico, arrivano i dati raccolti dal Barometro Politico di aprile per l’istituto Demopolis, secondo cui verrebbe confermato il consueto tripolarismo nazionale, in caso di Centrodestra unito alle nazionali del 2018.[MORE]
In linea di massima, il Movimento 5 Stelle si conferma primo partito, dopo aver scavalcato il Pd negli ultimi mesi anche grazie alla scissione maturata dentro la principale compagine politica del Centrosinistra e agli strascichi maturati a margine del 4 dicembre, nel quale si è tenuto il referendum costituzionale che ha visto la (momentanea?) caduta politica dell’ex premier Matteo Renzi.
Da lì, si è cominciata a registrare una prima flessione in casa Pd, oltre ai malumori della minoranza successivamente fuoriuscita dal progetto politico. M5S ha così continuato il proprio trend positivo, risucchiando voti sino a giungere alla vetta della ‘classifica politica’.
Il Movimento capeggiato dal garante Beppe Grillo si attesta secondo Demopolis al 30,2% mentre il Partito Democratico non andrebbe oltre il 27,2%. L’effetto primarie premia tuttavia il Pd, che guadagna un punto principale rispetto alla scorsa settimana avvicinandosi agli eterni avversari politici. Più indietro invece il Centrodestra, diviso tra le compagini politiche guidate da Salvini, Berlusconi e Meloni.
Il risultato è simile a quello degli ultimi mesi: Lega e Forza Italia praticamente elettoralmente appaiate (12,7% e 12,5%) e Fratelli d’Italia vicina al 5% (4,9). Calcoli alla mano, anche un Centrodestra unito non riuscirebbe a scavalcare il Movimento, sorpassando tuttavia il Partito Democratico. Ma resta una partita tutta da seguire, che attende ancora i match più importanti, dalle primarie Pd a fine aprile sino alla corsa verso le amministrative, che si terranno l’11 giugno.
Le amministrative diranno dunque molto più di qualsiasi attuale sondaggio in vista del futuro voto nazionale. Perché se al momento il governo Gentiloni non pare in discussione, al di là della scadenza naturale della legislatura l’appuntamento politico più importante per il Paese pare sempre più avvicinarci.
Certo, bisognerà passare dal grande esame di maturità per la politica: la stesura di adeguate e coordinate leggi elettorali che evitino i consueti pasticci all’italiana, sempre più caratteristici dall’ormai tristemente noto Porcellum sino alle recenti evoluzioni (vedasi sentenza c.d Italicum). Servirà dunque una operazione politica di rilievo, onde evitare l’espansione di un astensionismo già dilagante.
C’è poi il problema tripolarismo, come confermato dallo stesso direttore di Demopolis: «Ciò che emerge con chiarezza dalle intenzioni di voto odierne è che nessuna maggioranza sarebbe oggi possibile alla Camera e al Senato». Al netto delle vecchie alleanze, 198 seggi finirebbero all’attuale maggioranza (Pd+Ap, dato al 3,2%), 195 a M5S, 194 ad un eventuale Centrodestra con le tre principali compagini in campo. Risultato: netta lontananza dalla maggioranza assoluta dei 316 seggi.
foto da: sondaggibidimedia.com
Cosimo Cataleta