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GAZA, 5 MAGGIO 2015 – Breaking the Silence, un gruppo israeliano che raccoglie testimonianze dai soldati, ha pubblicato un resoconto sull'ultimo bombardamento di Gaza, sostenendo che è stato fatto fuoco in maniera indiscriminata sulla popolazione civile palestinese. Il gruppo sostiene che il resoconto ha raccolto dozzine di testimonianze da militari anonimi, che dimostrerebbero un “cambio delle norme militari”. «E' emersa una situazione piuttosto preoccupante delle politiche militari tese ad uccidere civili innocenti», ha spiegato il direttore del gruppo, Yuli Novak.
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Il rapporto è stato effettuato intervistando soldati che hanno preso parte alla guerra dei 50 giorni tra Israele e Hamas, il gruppo palestinese che domina a Gaza. I militari sono stati identificati soltanto con il loro raggruppamento e la compagnia di cui facevano parte, per proteggere la loro privacy. Il rapporto, secondo i relatori, sarebbe stato creato per mostrare all'opinione pubblica israeliana la difficile “realtà” in cui i soldati sono costretti a servire nelle aree palestinesi.
Più di 2.200 palestinesi, inclusi centinaia di civili, hanno perso la vita durante la guerra. Per quanto riguarda il fronte israeliano, invece, sono stati uccisi 67 soldati e 6 civili. Ora l'esercito israeliano ha intenzione di aprire delle indagini su tutte le denunce di abusi perpetrati ai danni dei propri soldati: «La Difesa di Israele è impegnata a investigare su tutti i reclami credibili riportati dai media, dalle organizzazioni non governative e le denunce ufficiali condotte durante l'operazione Protective Edge, nel modo più serio possibile», ha riportato Al-Jazeera.
Cattiva condotta ai tempi della guerra
«Qualsiasi cosa presente nella Striscia di Gaza è una minaccia, l'area deve essere sterilizzata e svuotata, e se non si vedono persone sventolare bandiere bianche, urlare 'mi arrendo' o cose simili, si tratterà allora di una minaccia, e siamo autorizzati ad aprire il fuoco», sono le parole di uno dei soldati intervistati nel rapporto. Altri hanno descritto gli incidenti in cui sono stati uccisi dei civili. L'esercito israeliano ha intrapreso numerose investigazioni su presunte cattive condotte durante le operazioni militari, ma rifiuta il rapporto del gruppo, poiché ritiene che le denunce mosse mancherebbero di prove effettive.
Israele ha inoltre sempre ritenuto che la maggioranza dei civili caduti sia dovuta ad Hamas, accusata di utilizzare i civili come scudi umani, e lanciando missili e generando rappresaglie da aree popolate da civili. Ad ogni modo, il rapporto sembrerebbe buttare benzina sul fuoco delle denunce palestinesi sui crimini di guerra commessi da Israele durante i combattimenti. L'Autorità Palestinese ha di recente fatto appello alla Corte Criminale Internazionale, nella speranza di perseguire Israele per i supposti crimini di guerra.
Foto: aljazeera.com
Dino Buonaiuto