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AL-OMAR, 22 OTTOBRE – Secondo quanto riferito dall’Osservatorio siriano per i diritti umani, le milizie di Assad, alleate del commando USA, avrebbero preso stamane il controllo del principale campo petrolifero siriano in mano all’Isis, quello di Al-Omar nella provincia di Deir Ez-Zor e pochi chilometri ad est del fiume Eufrate. Si tratta peraltro del più importante giacimento della regione siriana (circa novemila barili al giorno), che da solo contribuirebbe ad un quarto della produzione petrolifera del Paese, ma che nel 2014 era caduto nelle mani dei militanti dell’Isis. [MORE]
Da giorni il giacimento era obiettivo delle forze militari governative siriane (SDF), stanziate nei vicini villaggi di Diban ed Al-Mayadeen, anch’essi conquistati solo dopo violenti combattimenti che hanno provocato ingenti perdite sia tra le file governative che tra quelle dello Stato islamico. Secondo l’agenzia locale Al-Masdar News, le forze speciali siriane “Tiger” avrebbero raggiunto Al-Omar da est con una manovra di aggiramento, dopo aver guadato il fiume più a sud, presso Al-Busayrah, per poi aprire improvvisamente il fuoco sul sito, costringendo i militanti dell’Isis ad arrendersi e fuggire.
Pare inoltre che l’operazione sia stata completata tendendo un’ulteriore imboscata aerea ai fuggiaschi, che avrebbero tentato a loro volta di attraversare il fiume per dirigersi verso Boukamal, ancora in mano al gruppo jihadista. Con un raid guidato da caccia russi sull’area di Deir Ez-Zor, infatti, sarebbero state uccise 16 persone, che potrebbero essere proprio i militanti superstiti. Le fonti locali riportano inoltre che nel frattempo i Curdi sarebbero riusciti a liberare definitivamente la città di Raqqa, che era quartier generale e capitale del sedicente Stato islamico dal gennaio 2014, salita alla ribalta delle cronache in virtù della distruzione di diversi monumenti storici da parte dei militanti Da’esh.
Il Presidente USA Trump ha esultato affermando che "con la liberazione della capitale dello Stato islamico, nonché della maggior parte del suo territorio, la fine del califfato dell'Isis è in vista”. Considerando che il gruppo terroristico controlla ormai una piccola porzione di territorio, stretto nella morsa delle truppe siriane, curde ed irachene, è probabile che, nelle roccaforti in cui si sono ora concentrati, la resistenza dei militanti islamici sarà feroce.
Francesco Gagliardi
Fonte immagine: tgcom24.mediaset.it