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KHAN SHEIKHOUN (SIRIA), 4 APRILE - Il conflitto in Siria continua a mietere vittime, e lo fa soprattutto tra la popolazione civile. Stando a quanto dichiarato dall'Osservatorio Siriano per i diritti Umani, almeno sessantacinque persone sono state uccise, ed oltre ducento ferite, in un presunto attacco chimico nella città di Khan Sheikhoun, nel nord ovest del Paese.
L’Osservatorio ha affermato che l’offensiva sarebbe stata condotta dal governo siriano o da forze aeree russe, i quali avrebbero poi diretto il fuoco sui primi presidi medici approntati per medicare i superstiti.[MORE]
Il governo ha negato ripetutamente qualsiasi utilizzo di armi chimiche.
In una intervista resa alla BBC, uno dei responsabili del servizio di ambulanza della provincia di Idlib, intervenuto nei minuti successivi all’attacco, ha dichiarato di aver trovato persone che soffocavano per strada. Tra questi anche molti bambini.
I sintomi riportati dalle vittime sono sempre gli stessi: svenimenti, vomito e schiuma alla bocca.
La provincia di Idlib, teatro dei bombardamenti, è ampiamente controllata da fazioni ribelli e da gruppi vicini ad Al Quaeda. La zona è sistematicamente bersaglio dei raid delle milizie governative e della Russia, così come di attacchi da parte della coalizione internazionale a guida statunitense.
La principale forza di opposizione, la Coalizione Nazionale, ha più volte indicato Assad come responsabile dell’attacco odierno ed ha richiesto un intervento del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in quanto il governo siriano avrebbe violato la quarta convenzione di Ginevra ed innumerevoli risoluzioni dello stesso CS dell’ONU. “ Non intervenire significherebbe avallare le azioni del regime” hanno poi ammonito i ribelli.
L’attacco chimico di oggi, se confermato, non sarebbe comunque una novità. Nel 2013, in seguito ad un raid che aveva ucciso oltre mille persone nei pressi di Damasco ed aveva quasi portato ad un intervento statunitense nel conflitto, Assad aveva ceduto alle pressioni dei Paesi occidentali, accettando di smantellare l’arsenale di armi chimiche siriane.
Da allora, tuttavia, varie organizzazioni internazionali hanno continuato a denunciare il reiterarsi di attacchi di questo genere. Almeno tre volte è stato infatti dimostrato l’utilizzo di cloro nelle bombe, e si sospetta anche un uso di gas mostarda.
L'offensiva odierna, in ogni caso, dimostra ancora una volta come le forze fedeli al regime di Assad stiano riprendendo in modo sempre maggiore il controllo sul Paese: negli ultimi mesi, infatti, hanno strappato innumerevoli piazzeforti ai ribelli, tra cui anche la città di Aleppo.
Il governo siriano è sostenuto dalla Russia, dalle milizie Sciite iraniane ed ultimamente non è osteggiato neppure dalla nuova amministrazione statuinitense.
Paolo Fernandes
Foto: bbc.com