Sicurezza, Minniti: "Il populismo vive e ingrassa della paura del Paese"
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ROMA, 9 MAGGIO - Nel corso di un'intervista, durante la partecipazione a un forum di Repubblica, il ministro dell'Interno Marco Minniti ha detto che sulle "questioni della nostra sicurezza, si chiamino emergenza migranti, terrorismo, reati predatori, incolumità e decoro urbano, legittima difesa, non si giocano le prossime elezioni politiche". "Ma il futuro e la qualità della nostra democrazia", sottolineando che il "populismo vive e ingrassa della paura del Paese".
Riguardo il suo orientamento politico, il ministro si è così espresso nei confronti di chi lo accusa di essere di destra: "A chi mi accusa di essere di destra perché lotto per governare il senso di paura e l'illegalità, dico che lo faccio non perché sono il ministro dell'Interno, ma perché sono un uomo di sinistra".
Sulla discussa vicenda dei presunti legami tra Ong e trafficanti di uomini, che negli ultimi giorni è al centro di molti dibattiti politici, il ministro ha affermato di aver disposto "2.130 ispezioni nei centri di accoglienza per migranti". Anche a "quelli attivati in via d'urgenza". "Perché - ha aggiunto - solo chi è credibile nella repressione dell'illegalità, anche domestica, può essere creduto quando pretende di affermare legalità".[MORE]
I rischi di infiltrazione mafiosa nei centri di accoglienza, ha asserito, sono "il motivo per cui ho disposto le ispezioni ed è il motivo per cui, con la collaborazione dell'Autorità nazionale anticorruzione, abbiamo predisposto un nuovo tipo di contratto unico che prevede tre novità. La fine del gestore unico, la separazione dei lotti e l'aumento dei poteri ispettivi del ministro dell'Interno".
Quanto, invece, alla legge sulla Legittima Difesa, Minniti pensa sia opportuno, "come accadrà", che il "Senato lavori a correggere quel testo perché deve essere chiaro che la legge deve tenere insieme due punti cruciali". Per il ministro "nessuna vittima di un reato sconvolgente come una rapina in casa deve essere lasciato solo o sentirsi solo ed è nostro obbligo tutelarne l'incolumità". Però "deve essere altrettanto chiaro che siamo dentro una democrazia" e in "una democrazia il contratto sociale prevede che la difesa armata della democrazia spetti ai corpi dello Stato e non al singolo".
Luigi Cacciatori
Immagine da europaquotidiano.it