Sicilia: maxi blitz antimafia ad Agrigento, 56 arresti
Cronaca Campania

Sicilia: maxi blitz antimafia ad Agrigento, 56 arresti

lunedì 22 gennaio, 2018

AGRIGENTO, 22 GENNAIO 2018 - I carabinieri del comando provinciale di Agrigento, in osservanza della disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, hanno arrestato 56 persone tra boss e gregari dei mandamenti di Cosa Nostra nell’agrigentino. [MORE]

“La mafia agrigentina è molto più pericolosa e seria di quella palermitana. E’ il fiore all’occhiello di tutti…”, un’esponente di Cosa nostra, ignorando di essere intercettato. Gli interlocutori, come si evince dall’operazione Montagna, sono Giuseppe Luciano Spoto, il figlio Massimo, Giuseppe Nugara e Giuseppe Quaranta, tutti arrestati nel corso dell’operazione. L’inchiesta ha bloccato i mandamenti di Santa Elisabetta e Sciacca.

Sono stati presi di mira anche gli uomini d'onore delle province di Caltanissetta, Palermo, Enna, Ragusa e Catania. In carcere, tra gli altri, è finito Francesco Fragapane, 37 anni, figlio dello storico capomafia di Santa Elisabetta Salvatore, da anni al 41 bis. Scarcerato nel 2012 dopo aver scontato sei anni di prigione, Francesco Fragapane ha ricostituito e guidato lo storico mandamento che comprende tutta l'area montana dell'agrigentino e i paesi di Raffadali, Aragona, S. Angelo Muxaro e San Biagio Platani, Santo Stefano di Quisquina, Bivona, Alessandria della Rocca, Cammarata e San Giovanni Gemini. Fragapane era poi stato arrestato e nuovamente liberato la scorsa estate: attualmente era sorvegliato speciale. Un alto degli arrestati di rilievo è il il sindaco di San Biagio Platani, Santino Sabella, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

L'indagine è coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall'aggiunto Paolo Guido e dai pm Gery Ferrara e Claudio Camilleri. Le accuse contestate vanno dall' associazione mafiosa, al traffico di droga, alla truffa, estorsione e a un'ipotesi di voto di scambio. L’organizzazione chiedeva anche soldi alle coop che si occupano dell’accoglienza ai migranti.

Il procuratore di Palermo, Lo Voi, ha affermato: “almeno una ventina di imprese che hanno subito episodi di danneggiamento non hanno neppure denunciato questi episodi, quindi non stiamo parlando della denuncia degli estorsori, ma dei danneggiamenti. Questo conferma la presenza e la vitalità e l’effetto intimidatorio che Cosa nostra continua ad produrre nella zona dell’agrigentino. La mafia c’è, la mafia c’è ancora e anche se c’è chi parla di una sua scomparsa è più che evidente che non è così, e che c’è ancora molto lavoro da fare”. Lo Voi ha continuato: “Non ci troviamo più di fronte alla Cosa nostra di trenta anni fa, ma parlare della sua sconfitta definitiva è ancora prematuro, il lavoro da fare è ancora molto lungo”.

Fonte immagine Il secolo XIX

Claudia Cavaliere


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