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CATANZARO, 02 MAGGIO 2014 - “Il dibattito che si è aperto in seguito alla Legge 56/2014 sul riordino Province e Istituzione Città Metropolitane fa nascere forti perplessità e presenta un insieme di incognite in particolare sul modello di governance da adottare per la regolamentazione del mercato del Lavoro e dei Servizi per l’Impiego”. E’ il commento del Commissario straordinario della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro, che questa mattina è intervenuta nell’ambito dell’incontro sul ruolo dei Centri per l’impiego, organizzato dalla federazione provinciale del Partito democratico di Catanzaro, al quale ha preso parte il sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova.
“Il cambio di paradigma che ha visto le norme in materia di lavoro e di servizi per l’impiego trasformarsi, nel corso degli anni, da politiche per l’occupazione a politiche per l’occupabilità – prosegue Wanda Ferro - richiede una sempre più costante e puntuale vicinanza delle Istituzioni preposte al lavoratore. Nel corso degli ultimi anni, con l’aggravarsi della crisi economica ed occupazionale, il ruolo svolto dai Servizi per l’Impiego è stato strategico perché, grazie ai servizi erogati, ha consentito di ridurre il disagio sociale che ha colpito i singoli lavoratori. Gli interventi di politica attiva progettati ed erogati dalle province hanno permesso alle regioni di poter affrontare con maggiore incisività la grave crisi occupazionale.
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La dislocazione territoriale dei Centri per l’impiego ha permesso alle Istituzioni di intercettare, quasi istantaneamente, le dinamiche di recessione che hanno colpito i nostri territori. L’esperienza avuta nella gestione dei lavoratori che hanno beneficiato di Ammortizzatori sociali in deroga deve essere capitalizzata e usata per affrontare le sfide del prossimo futuro. Immaginare un sistema dei Servizi per l’Impiego avulso dalle realtà territoriali risulta, pertanto, priva di ogni qualsivoglia ragionevolezza. Sarebbe veramente assurdo o poco razionale disperdere il patrimonio esistente. Non è possibile dare seguito a chi vorrebbe liquidare l’esperienza dei Centri per l’Impiego sostenendo che attraverso di loro vengono formalizzati solo il 5% dei nuovi contratti di lavoro. Il dato è corretto (e comprende anche le intermediazioni svolte dalle agenzie per il lavoro private) ma acquisirlo come il risultato del lavoro di migliaia di persone sul territorio nazionale è veramente poco attinente alla realtà. I Centri per l’Impiego svolgono un ruolo sul territorio che va ben al di là della semplice intermediazione del lavoro. E qui sta la sfida per il prossimo futuro.
Valorizzare la presenza capillare dei CPI per far si che essi diventino sempre di più il braccio operativo dello Stato nel favorire, nel territorio di propria competenza, lo sviluppo di quell’humus sociale, fatto di rapporti tra aziende e territorio, tra professionisti e forza lavoro, tra enti di formazione e aziende, tra soggetti erogatori di sussidi e il disagio lavorativo, entro cui maturano autonomamente le condizioni per lo sviluppo di nuove occasioni di lavoro. I Centri per l’Impiego dovranno assurgere al ruolo di antenne territoriali dentro cui confluiscono tutte le azioni di contrasto alla crisi ed ai quali ritornano dati di feed back necessari ad una corretta valutazione delle azioni promosse a livello nazionale, regionale e provinciale”. “Si prefigura un sistema territoriale dei servizi per l’impiego – continua Wanda Ferro - che interagisce con altri sistemi per il governo del mercato del lavoro: per i CPI, nodo principale e costitutivo delle politiche, significa giocare un ruolo di crocevia di informazioni, di messa in circolazione di know how, di soluzioni sperimentate, di nuovi approcci e di nuovi possibili contributi di risorse tecnologiche, professionali e finanziarie. Questo del resto è il contributo che i servizi pubblici dell’occupazione (SPO) dovranno dare alla strategia EUROPA 2020: svolgere funzione di conduzione e cioè “stimolare gli attori del mercato del lavoro a cooperare e innovarsi, collaborando a stretto contatto con partner pubblici o privati e allineando gli attori del mercato del lavoro con la politica del mercato del lavoro”.
Questo a nostro avviso può avvenire unicamente sei i Servizi per il Lavoro mantengono la loro centralità sui territori in cui insistono, in un contesto di area vasta (è difficile pensare che la visuale di questa tematica così complessa, possa essere ricondotta a contesti comunali), con un coordinamento che deve necessariamente essere vicino alle realtà in cui essi operano. E’ auspicabile che i prossimi interventi legislativi sia nazionali che regionali, colgano appieno il valore e le potenzialità dell’esperienza condotta in questi anni dalle Province insieme ai propri CPI e favoriscano la rimozione delle criticità, ancora esistenti, la crescita delle competenze, l’armonizzazione degli interventi, per garantire vicinanza al territorio e al mondo del lavoro”.