Serbia-Albania, drone pro Kosovo sorvola stadio e scatta la rissa: incidenti e partita sospesa
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BELGRADO, 15 OTTOBRE 2014 - È il 41’ minuto di Serbia-Albania, partita del gruppo I valida per le qualificazioni a Euro 2016. Sul Partizan Stadium di Belgrado un drone con una bandiera plana sul terreno di gioco.
Serbia-Albania: tracce storiche del conflitto
È la fine del match. È l’inizio di una rissa tra i giocatori delle due squadre, tra giocatori albanesi e tifosi serbi. È il continuo della storia di un conflitto vecchio e profondamente radicato tra i due paesi. La bandiera in questione non è una qualunque. È quella della Grande Albania, portante la scritta “Kosovo Autoctono” con ai lati i volti dei due “politici-eroi” albanofoni: Isa Boletini e Ismail Quemali.
Una bandiera che simboleggia l’Albania etnica, ovvero quella che ha combattuto per la propria indipendenza fin dall’Impero ottomano. Le pagine più recenti di questo conflitto che attraversa Serbia-Albania segnano in “rosso” il 17 Febbraio 2008. In quella data, infatti, il Parlamento di Pristina approva la dichiarazione d’indipendenza del Kosovo dalla Serbia. Il Kosovo è uno stato a maggioranza albanese, il quale, ancora oggi, non è riconosciuto come tale dalla Serbia poiché ritenuto una sua provincia autonoma. Una disputa che dunque ha radici lontane e sempre presenti. Dopo il crollo del blocco sovietico e il successivo frazionamento dell’ex Jugoslavia, con tutti i dissidi etnici e le relative istanze di indipendenza conseguenti, il conflitto tra Serbia e Kosovo conosce l’apice della sua drammaticità nel 1999, quando il governo di Belgrado si rese protagonista di una pulizia etnica ai danni della minoranza kosovara senza precedenti.
Rissa, "Ivan Il Terribile" e i commenti istituzionali
Delineato questo quadro è facile capire che Serbia-Albania è molto più di una semplice partita di calcio. Particolare che purtroppo non era forse chiaro ai dirigenti Uefa che si erano limitati a chiudere le porte dello stadio soltanto ai tifosi ospiti. Quando il calciatore serbo Stefano Mitrovic ha bloccato il drone con la bandiera albanese, due giocatori albanesi si sono subito scagliati contro. È l’inizio della rissa tra gli stessi giocatori ed i tifosi che scendono dagli spali e aggrediscono i giocatori albanesi. Emblematico quanto accade al numero 19, Balaj, che viene colpito da una sedia. A guidare sul campo l’avanzata dei tifosi serbi “Ivan il Terribile”, al secolo Ivan Bogdanov, ovvero il celebre capo ultrà che causò gli incidenti durante la partita Italia-Serbia a Genova. L’arbitro inglese Martin Atkinson altro non può fare se non sospendere l’incontro. Nel frattempo la polizia in assetto antisommossa cerca di controllare i tifosi rimasti sugli spalti.[MORE]
Quanto accaduto non fa altro che alimentare la tensione, già evidente tra i due paesi, alla vigilia della storica visita, la prima dopo 70 anni e la guerra del Kosovo, del premier albanese, Edi Rama, in Serbia. Inoltre, nella serata di ieri Olsi Rama, il fratello del primo ministro albanese, viene arrestato, e poi rilasciato, dalle autorità serbe poiché ritenuto responsabile dell’organizzazione del volo del drone. Il ministro degli esteri serbo, Ivica Davic, ha condannato quanto accaduto attaccando le autorità albanesi di «provocazione politica premeditata». Sulla stessa linea il ministro serbo allo Sport, Vanja Udovicic: «Si è trattato di un brutale abuso dello sport da parte di estremisti albanesi». Sul fronte albanese, invece, il vice premier Niko Peleshi, che ha accolto i giocatori all’arrivo in patria alle 3.25 del mattino presso l’aeroporto di Tirana, ha definito gli atleti «veri eroi» per poi aggiungere: «siamo tutti fieri di voi, del gioco e della dignità dimostrata». Adesso sarà l’Uefa, che ha aperto un’inchiesta sulla partita di ieri sera, a decidere le sanzioni e il risultato del match.
(Immagine da si24.it)
Giovanni Maria Elia