Scuola pubblica, gli studenti protestano in 80 città. In Sicilia chiedono una legge regionale
Cronaca Sicilia

Scuola pubblica, gli studenti protestano in 80 città. In Sicilia chiedono una legge regionale

venerdì 11 ottobre, 2013

PALERMO, 11 OTTOBRE 2013 - Il degrado e l'abbandono della scuola e dell'istruzione pubblica, sono al centro della mobilitazione in atto oggi da parte degli studenti di ben 80 città italiane, al grido "Non c'è più tempo". L'inizio dei concentramenti è avvenuto intorno alle 9.00 di stamane nelle principali piazze, così come annunciano le associazione studentesche Unione degli Studenti, Rete della Conoscenza e Link Coordinamento universitario.

Roberto Campanelli, Coordinatore Nazionale dell'Unione degli Studenti, dichiara: "Da anni ormai sappiamo che il sistema scolastico Italiano è negli ultimi posti di ogni statistica OCSE, sempre più definanziato e provato da 10 anni di politiche di austerità". "Non c'è più tempo da perdere con le politiche di austerità. Da parte dell'attuale governo non c'è stata nessuna reale inversione di tendenza. Mentre alla scuola pubblica e al welfare vengono destinate poche briciole si sceglie di continuare a sprecare risorse per le spese militari, le politiche di respingimento dell'immigrazione, la tutela di speculatori e dei grandi patrimoni".

"Torniamo in piazza ancora una volta, al fianco delle studentesse e degli studenti medi di questo paese perchè crediamo che l'attacco al sistema di formazione pubblica sia oggi generalizzato", queste le parole di Alberto Campailla, portavoce nazionale di Link Coordinamento Universitario, mentre Federico Del Giudice, portavoce nazionale della Rete della Conoscenza, fa sapere che "Domani, inoltre, parteciperemo alla mobilitazione nazionale per l'applicazione della Costituzione, convinti che da lì possa partire partire una battaglia di contro-attacco per costruire giustizia sociale, estendere i diritti, liberare i saperi".

In Sicilia la Rete degli Studenti Medi Sicilia scende in piazza chiedendo che la scuola torni al centro delle politiche del Paese e della Regione, ma con l'aggiunta di una richiesta: la creazione di una legge regionale sul diritto allo studio. Così parla Leandro Bianco, Coordinatore Regionale della Rete degli Studenti Sicilia, “la fortissima crisi che da anni attraversa il Paese, e in particolare la nostra regione, generando problemi economici e crescente squilibrio sociale, non dà cenni di miglioramento". “Le risposte date dalla politica alla crisi e ai problemi del Paese sono state insufficienti e non sono state incisive sulle problematiche reali che un giovane deve affrontare nella propria vita. Non hanno dato risposta a chi sta cercando lavoro, alla disoccupazione giovanile che in Italia si attesta al 40% e che in Sicilia ha superato addirittura il 50%, a chi è ricattato dal precariato, a chi non riesce a frequentare l’università o a chi non ha modo di poter completare il proprio percorso di studi nemmeno alle scuole superiori. Questo non ha fatto altro che far aumentare il distacco dei giovani dal mondo della politica . La nostra risposta a tutto ciò è la partecipazione. Noi studenti pretendiamo di tornare ad essere protagonisti del dibattito pubblico e della vita politica del nostro Paese. Il nostro Paese può ripartire solo se si fa un vero investimento sui giovani, che ne rappresentano il futuro ed il presente. Non è possibile uscire dalla crisi senza incentivare istruzione, università, ricerca”.

Della particolare situazione siciliana parla poi Andrea Manerchia, responsabile per l’organizzazione della Rete degli Studenti Sicilia: “Come Sicilia, viviamo una situazione disastrosa all’interno dei nostri istituti, a partire dall’edilizia scolastica, 9 edifici su 10 fatiscenti, dalle classi sempre più sovraffollate, passando per un sistema didattico antiquato, fino ad arrivare ad un welfare studentesco di fatto inesistente. Inoltre la difficoltà che gli studenti riscontrano nell’usufruire del diritto allo studio, ci ha portato ad avere un tasso di dispersione scolastica superiore al 35%, uno dei picchi d’Italia; gli studenti che hanno abbandonato la scuola sono facile preda per l’illegalità e le criminalità organizzate”.

(Fonti gazzettadelsud.it e blogsicilia; Foto di repertorio dal sito tempostretto.it)

Katia Portovenero[MORE] 


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