Scugnizzeria, il sogno di De Laurentiis che fa rima con utopia
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Scugnizzeria, il sogno di De Laurentiis che fa rima con utopia

giovedì 30 giugno, 2011

NAPOLI, 30 GIUGNO - A chi mastica un pizzico di napoletaneità dal punto di vista storico, le parole di Aurelio De Laurentiis, in occasione dell’intervista di rito all’emittente radiofonica ufficiale Radio Marte, avranno forse evocato - se si è particolarmente suggestionabili - qualche curioso riferimento extra-calcistico… Il Presidente della Società partenopea ha dichiarato: “Abbiamo avuto un incontro in regione per capire se ci fossero i presupposti per attingere ai fondi europei che ci aiuteranno a fondare la "Scugnizzeria". Stiamo progettando un edificio di mille metri quadri ed una scuola dove i ragazzi potranno imparare le lingue. Sarà inoltre fondamentale un professore filosofo che darà lezioni non solo di calcio ma di vita". [MORE]

Il progetto della “cantera” napoletana invoca il paragone fisiologico col Barcellona, per nulla sottaciuto da De Laurentiis nelle dichiarazioni dei mesi scorsi. E pare che l’oro di napoli stia già rilucendo, al punto da abbagliare con lo scudetto della Berretti e con un pugno di giovani promesse il cui prestito è contesto tra squadre di Lega Pro e serie B: Maiello ed Insigne su tutti, ma anche Ciano, De Vena, Varriale, Iuliano, Colella, Sepe, Izzo… Bello anche solo leggerne i cognomi, perché pare di immergersi nel brulicante sottobosco di Napoli. Ma se l’idea di valorizzare i vivai è cosa vecchia nelle intenzioni del calcio italiano e sempre nuova nella pratica, ciò che appare non “nuovo”, ma “nuovissimo” è il progetto del “professore filosofo”. Nuovissimo: al punto da ricordare i Borbone.

Un edificio di mille metri quadri per raccogliere i ragazzi e dare loro un’istruzione (sport, lingue, vita). Così nuovo da evocare il paternalismo di Carlo di Borbone quando commissionava all’architetto Ferdinando Fuga (1751!), fatto venire appositamente da Roma, la costruzione dell’Albergo dei Poveri, che non avrebbe dovuto semplicemente ammassare gli indigenti del Regno, ma anche impegnarli in laboratori ed attività di vario tipo. E “il professore filosofo” è il tocco di classe, la resurrezione dell'intellettuale illuminato e illuminista. Vien da pensare a San Leucio, la colonia industriale insediata da Ferdinando di Borbone, figlio di Carlo, a nord-ovest di Caserta dal 1775, con un’organizzazione comunitaria (come una squadra di calcio), coordinata dall’alto (il Presidente), con uniformità di abiti (le casacche dei giocatori), in edifici costruiti ex novo (l’edificio di mille metri quadrati), con tanto di "codice atto a disciplinare la vita comunitaria e tale da fare assomigliare la Grande Famiglia operaia a una comunità monastica” (P. SICA, Storia dell’urbanistica, 1976). Ferdinando voleva farne "Ferdinandopoli", De Laurentiis "scugnizzopoli".

Pazzia! Quella del redattore, non quella di De Laurentiis. Scomodare testi universitari per un articolo di sport... Ma “Grande Famiglia” è stata anche l’immagine ripetutamente evocata dal Presidente per richiamare alla coesione ed all’unità progettuale negli ultimi anni, perfino negli ultimi giorni, quando ha affermato, in merito al caso Criscito: “Forse ha paura della pressione della piazza, tanto è vero che ho pensato di non volere più napoletani. Mi tengo Cannavaro che fa parte della mia famiglia e considero come un figlio e poi spero voglia restare anche quando non giocherà più”. Ed il “codice” (statuto) di San Leucio sa tanto di quei contratti con le clausole difese ad oltranza: tetto ingaggi e diritti d’immagine, senza eccezioni.

Embè? Nulla. Sembrerebbe un’utopia, soprattutto la baggianata del “professore filosofo”. Ma poi ti accorgi che il modello non realizzabile, ma realizzato, ossia la cantera del Barcellona, viene descritta così dal Direttore Guillermo Amor in un’intervista alla Gazzetta dello Sport: “I ragazzi sono del Barça anche quando si trovano per strada o con gli amici. Ci sentiamo responsabili, fanno parte anche della nostra famiglia. Tutto ciò che può accadere di negativo fuori di qui indirettamente potrebbe avere ripercussioni negative anche sulla nostra società (…) I criteri? Il potenziale tecnico è fondamentale, però ci informiamo bene sui comportamenti nel privato. Ed è vitale che sia impegnato negli studi”. Allora: preistoria o futuro? Utopia o realtà?

C’è un unico dato affidabile. La storia la cambiano i pazzi. E “il progresso è la realizzazione dell’utopia”, scriveva Oscar Wilde. Allora, Presidente De Laurentiis, ci faccia leggere di belle storie di napoletani che diventano campioni: stiamo stufi di leggere articoli sportivi su calcio-scommesse e doping ed articoli di cronaca sull’emergenza rifiuti. Chissà che un po’ di sana utopia non rivitalizzi una città demoralizzata.
 

ANTONIO MAIORINO


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