Scoppia la guerra dell'olio tra Seborga e Taggia
Cronaca Liguria

Scoppia la guerra dell'olio tra Seborga e Taggia

venerdì 15 marzo, 2013

Scoppia la guerra dell’olio tra Seborga e Taggia L'amministrazione comunale del Principato ha approvato il regolamento De.CO dell’oliva taggiasca
TAGGIA, IM) 15 MARZO 2013 - Taggia o Seborga? In quale dei due territori comunali dell’Imperiese fu per prima seminata la pianta d’olivo destinata a produrre le famose olive taggiasche dal caratteristico color nero- violaceo, considerate in grado di dare, una volta spremute, uno dei migliori olii di tutto il bacino del Mediterraneo?

Il dubbio sovviene naturalmente dopo che l’Amministrazione Comunale del minuscolo borgo, appena trecentoventi abitanti, situato alle spalle della mondana Bordighera ma noto in tutto il mondo per essere sede di un Principato non riconosciuto internazionalmente, ha approvato il regolamento per l’assegnazione della Denominazione Comunale d’Origine all’oliva taggiasca coltivata, per l’appunto, in loco. Fautore del progetto “ Taggiasca” è stato il Vice- Sindaco ed Assessore del piccolo Municipio Flavio Gorni che così ha illustrato l’iniziativa: “ Abbiamo intrapreso questa strada, cioè quella del conferimento della De.CO, per valorizzare le attività agroalimentari tradizionali seborghine”, tra cui appunto l’oliva taggiasca.

Nella vicina città di Taggia, comune di ben altre dimensioni che sfiora i quindicimila abitanti, ovviamente non ci stanno e sottolineano come tale pregiata e particolare specie d’oliva prenda il nome di taggiasca proprio perché per la prima volta venne coltivata nel capoluogo della Valle Argentina. Secondo i seborghini, però, furono i monaci provenienti dall’isola francese di Sant’Onorato, nell’arcipelago delle Lerins di fronte a Cannes, insediatisi da queste parti, per volere dei Conti di Ventimiglia, attorno al 954 dopo Cristo a portare con se ed a piantare i semi delle prime piante d’olivo di varietà taggiasca. Successivamente essendosi diffusa la relativa coltivazione soprattutto attorno alla cittadina alle porte orientali di Sanremo, essa prese il nome che tuttora porta.

A Taggia, invece, si racconta una storia dal tenore abbastanza diverso: furono i monaci benedettini provenienti dalla famosa abbazia di Pedona ad impiantare i primi oliveti di “ taggiasca” in bassa Valle Argentina al fine di risollevare economicamente le sorti di quelle comunità duramente provate da decenni di scorrerie saracene e longobarde. A Taggia essi fondarono il cenobio di Santa Maria del Canneto tuttora esistente pur se malconcio. Ciò avvenne alla fine del settimo secolo della Cristianità, cioè duecento anni prima della donazione del territorio di Seborga ai monaci di Lerins. Stante la penuria di fonti scritte in materia non è certo chi abbia ragione tra il comune alle spalle di Bordighera e Taggia ma sicuramente sarebbe un bene se pure il Consiglio Comunale tabiese approvasse un proprio regolamento sulla De.CO. [MORE]

Sergio Bagnoli


 


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