"Scongelato" il Trattato di amicizia, Italia e Libia tornano a "sorridersi"
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Roma, 17 Dicembre 2011 E' stato alla fine "scongelato" il "Trattato di Amicizia" stipulato tra Italia e Libia, sul quale erano stati di recente avanzati dubbi dopo la caduta di Gheddafi, a seguito dell'incontro avvenuto nei giorni scorsi a Roma tra il neo leader libico Jalil e le nostre massime Istituzioni.[MORE]Dopo i formali colloqui dei giorni scorso, si è deciso di rendere di nuovo pienamente operativo l' articolato accordo tra i due Paesi, che tra l'altro impegnaa livello economico l'Italia per 5 miliardi di dollari in 20 anni. Gli interessi degli imprenditori italiani in Libia sono ancora forti, e si temeva che le nostre iniziative imprenditoriali da realizzare nello Stato Nordafricano potessero subire un danno irreparabile, se non fossero state riconsiderate le vecchie intese tra i due Stati.
Gli imprenditori francesi già “tifavano” per un ridimensionamento dell’Italia come partner commerciale della Libia, aspirando alla “leadership” detenuta dall’Italia in terra libica sotto l'aspetto economico.Ripercussioni si temevano anche a livello di monitoraggio in Libia dei flussi di migranti verso l'Italia. Ora, queste preoccupazioni sembrano essere svanite. Il leader libico Jalil ha sottolineato a Roma come in Libia venga ritenuto che l’Italia abbia dato un “sostegno rilevante” alla rivoluzione ed ha inoltre ringraziato "le aziende petrolifere italiane e in particolare l'Eni, che ha deciso di tornare alle postazioni di lavoro al fianco dei libici con tutti i pericoli".
A breve, forse già a metà gennaio, il nostro premier Monti dovrebbe recarsi in Libia per sugellare la ritrovata intesa con il nostro Paese, e sarà una visita che si ripromette di andare al di là dell’aspetto puramente economico, con un occhio rivolto anche all'auspicato formarsi di una vera democrazia in terra libica.
Raffaele Basile