Scomparsa nel nulla: Il racconto di Tiziana Iaria, vittima di un rapimento
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Reggio Calabria: La Polizia scava nella memoria di una donna sequestrata e liberata in circostanze misteriose
Nel tranquillo tessuto urbano di Reggio Calabria si nasconde un racconto degno di un thriller, quello di Tiziana Iaria, responsabile del Centro antiviolenza "Margherita", che ha vissuto sulla sua pelle l'angoscia di un rapimento fulmineo e inspiegabile. La storia emerge dall'ombra di un atto criminale che ha turbato la comunità locale, mentre la Squadra mobile cerca di unire i frammenti di questa inquietante vicenda avvenuta il 21 marzo.
La vittima, Iaria, ha aperto le porte della sua memoria in una conferenza stampa tenuta nella sede del Centro e della "Azienda Italia", dove, affiancata dall'avvocata Denise Serena Albano, ha raccontato il dramma vissuto. Un gesto di gentilezza, il suo, trasformatosi in un incubo quando una sconosciuta le ha chiesto aiuto per sistemare un bambino in auto.
Secondo la ricostruzione fornita, un odore pungente di ammoniaca è stato il preludio di un black out della memoria. La descrizione della donna giovane, magra, dai capelli neri non lunghi, e la presenza di due uomini che hanno condotto Iaria in una stanza buia senza finestre aggiungono pezzi a un puzzle investigativo complesso.
Il sequestro non ha mostrato la violenza cruda di altre storie simili: nessun legame, nessun bavaglio, nessun danno fisico. Solo ordini spersonalizzati e un rilascio sotto casa il giorno seguente, avvolti nel silenzio e nell'anonimato. La voce di uno degli uomini, l'unico dettaglio che rompe il muro di anonimato di quei volti mai visti.
Gli investigatori hanno scavato in profondità, interrogando Iaria per sette ore in cerca di dettagli che potessero dare un senso a questo puzzle. Ogni particolare, ogni apparentemente banale memoria potrebbe essere la chiave per svelare il mistero dietro a questo rapimento.
Nel frattempo, l'avvocata Albano ha colto l'occasione per chiarire le polemiche sulla qualifica professionale di Iaria, confermando che la dottoressa, pur essendo laureata, non esercita come psicologa e per questo non risulta iscritta ad alcun albo.
I cittadini di Reggio Calabria ora attendono risposte, sperando che il velo sia presto sollevato su questo inquietante episodio, che ha lasciato un segno indelebile sulla vita di Tiziana Iaria e sollevato interrogativi sulla sicurezza nelle loro strade.