Schülmers, Durnwalder e il "vuoto etico" altoatesino
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BOLZANO, 22 FEBBRAIO 2013- L'Alto Adige, l'isola felice decantata dai media nazionali e internazionali, è in piena crisi, in preda a scandali e frodi insabbiate per mesi, che stanno finalmente venendo a galla, segno tangibile di un evidente e oramai imperante "vuoto etico": va sul pesante Robert Schülmers, procuratore della Corte dei Conti di Bolzano, che proprio oggi, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, ha denunciato posizioni di politici nazionali e locali, sottolineando come, l'istituzione di cui è a capo, rimanga garante, e non nemico, della vera autonomia.
Un'autonomia che potrebbe certo fare passi avanti, se solo ci fosse collaborazione e disponibilità da parte delle amministrazioni locali; peccato, però, che dalla politica altoatesina non siano arrivati che segni di insofferenza verso la Corte. [MORE]
Che Schülmers non abbia digerito l'infelice uscita di un Luis Durnwalder che "se ne frega della Corte dei Conti", è noto ai più, e certamente comprensibile; il fatto è, che dietro le parole amare del procuratore, si cela in verità un disagio che pochi, a Bolzano e Provincia, hanno il coraggio di esprimere.
Dallo scandalo Sel, la società provinciale per la produzione di elettricità, inondata di ben 328 milioni di euro di fondi pubblici a fronte di zero dividendi sino al 2010, passando per i bilanci poco chiari, per arrivare alle spese di Durnwalder, la lista degli illeciti di questi mesi è lunga, e avvilente, per una zona che da sempre rivendica il titolo di prima della classe; al presidente della giunta provinciale sono stati contestati un milione 653 mila e 609 euro in cene, pranzi di Natale, regali, offerte ai privati, trasferimenti su conti personali.
Le critiche, però, sono arrivate soprattutto Corte dei Conti più che ai diretti interessati, a conferma del fatto che, come ricorda Schülmers citando Enrico Berlinguer, "molti italiani si accorgono benissimo del mercimonio dello stato, di favoritismi, sopraffazioni, e discriminazioni.Ma gran parte di loro è sotto ricatto, avendo ricevuto vantaggi o sperando di riceverne".
Meglio insabbiare, insomma. Perchè l'Italia non deve sapere. E l'isola deve sembrare felice.
(nella foto, Robert Schülmers, immagine da www.altoadige.geolocal.it)
Simona Peluso