Schettino: «Spero di tornare al timone». Il legale: «Non ha abbandonato la nave»
Cronaca Campania

Schettino: «Spero di tornare al timone». Il legale: «Non ha abbandonato la nave»

mercoledì 30 gennaio, 2013

TORRE ANNUNZIATA, 30 GENNAIO 2013 - Francesco Schettino vuole tornare a guidare una nave. L’ex comandante della Costa Concordia, la nave da crociera naufragata il 13 gennaio del 2012 a largo dell’Isola del Giglio causando 32 morti e 110 feriti, si è ripresentato al tribunale civile di Torre Annunziata per chiedere di venire reintegrato in servizio, opponendo ricorso contro il licenziamento proposto da Costa Crociere.

Il giudice Emanuele Rocco, dopo quasi un’ora e mezza di udienza, dalle 9 alle 10.20, ha deciso di prendersi una settimana di tempo per deliberare, informando le parti in causa che la sentenza «sarà depositata in cancelleria mercoledì 6 o al massimo venerdì 8 febbraio».

«Non mi sento un perseguitato, però spero che un giorno possa tornare al timone di una nave» ha dichiarato Schettino ai giornalisti.

Sul Manifesto si può leggere la linea di difesa avanzata in aula dall’avvocato di Schettino, Rosario D’Orazio, che si basa sulla «perizia del giudice di Grosseto», secondo la quale «quando la Costa Concordia supera il punto previsto per la girata all’altezza dell’Isola del Giglio, il comandante Schettino non è al comando della nave. Quando poi prende il comando, poteva girare ancora in sicurezza dagli scogli. Da questo intuisco che se si fosse seguita la traiettoria prestabilita, si sarebbe passati lontano dal punto di impatto con ancora maggiore sicurezza. Ma nessuno in plancia, una volta che il comandante Schettino ha preso il comando, solleva alcun dubbio sulla rotta, anche quando viene dato l’ordine di andare lentamente dirigendosi così verso lo scoglio».[MORE]

Il legale difensore, inoltre, ha contestato sia le accuse sull’inchino che l'ex comandante avrebbe eseguito, sia le accuse sull’abbandono della nave: «Non parliamo di inchino. Si tratta di una rotta “avvicinatoria”, sono procedure usuali nelle crociere» riporta Ansa. «L’articolo 303 del codice della navigazione che prevede che il comandante, prima di dichiarare l’abbandono della nave, è obbligato a tentare di salvare la stessa. È proprio quello che ha fatto il comandante Schettino, che prima ha tentato di “spiaggiare” la nave e poi è sceso quando la stessa era in sicurezza, “parcheggiata”. Non solo: ci sono testimonianze di persone che sostengono che il comandante sia stato l’ultimo a lasciare la nave dal suo lato».

D’Orazio, infine, ha dichiarato su Repubblica la sua intenzione di battersi «fino alla fine perché Francesco Schettino non resti l’unico mostro di una sciagura immane. Quella notte, quando la nave finì sugli scogli dell’Isola del Giglio, ci furono anche altri responsabili, ed è una verità che dovrà saltare fuori».

(Foto: cadoinpiedi.it)

Giovanni Gaeta


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