Sceglie di abortire un bambino malato, i medici rifiutano di assisterla. La Asl smentisce la notizia
Cronaca Lazio

Sceglie di abortire un bambino malato, i medici rifiutano di assisterla. La Asl smentisce la notizia

martedì 11 marzo, 2014

ROMA, 11 MARZO 2014 – Gravissimo episodio accaduto all’Ospedale Sandro Pertini di Roma, dove una ragazza, abbandonata dai medici, è stata costretta ad abortire nel bagno della struttura.

La giovane aveva deciso di interrompere la propria gravidanza, giunta già al quinto mese, perché aveva scoperto che la bambina che aspettava era affetta da una grave malattia genetica. I ginecologi di turno in quel momento in ospedale, tutti obbiettori di coscienza, non hanno voluto assistere la ragazza che ha dovuto affrontare l’aborto, indotto con i farmaci, nel bagno dell’ospedale, assistita solo dal suo compagno.

L’evento, accaduto nel 2010, è venuto alla luce solo di recente. La ragazza racconta: «Riesco, dopo vari tentativi, ad avere da una ginecologa dell'ospedale Sandro Pertini un foglio di ricovero, perché soltanto lei non era obiettore. Entro in ospedale e inizio la terapia per indurre il parto. Dopo 15 ore di dolori lancinanti, vomito e svenimenti partorisco dentro il bagno dell'ospedale con il solo aiuto di mio marito. Nessuno ci ha assistito nemmeno dopo aver chiesto aiuto più volte. Anzi a un certo punto sono entrati gli obiettori con il Vangelo in mano a dirci che commettevamo un crimine. Non li abbiamo denunciati soltanto perché eravamo sconvolti da quello che avevamo vissuto».[MORE]

Ma l’Asl Roma B smentisce, dichiarando che la coppia è stata «seguita da due medici non obiettori» e che l’aborto è avvenuto «nella stanza di degenza». Il ministero della salute ha chiesto alla Regione Lazio dei chiarimenti sull’accaduto. In una nota si legge che «è stato chiesto alla Regione se abbia intrapreso azioni volte ad accertare che nelle strutture sanitarie preposte sia assicurato l'espletamento delle procedure previste dalla legge 194 del 1978 sulle interruzioni volontarie di gravidanza e con quali modalità la Regione controlla e garantisce l'espletamento di tali procedure nelle strutture sanitarie».
L’ Associazione Coscioni, durante una conferenza stampa, ha nel frattempo fermamente condannato l’accaduto.

(fonte www.ilmessaggero.it)
(foto www.romacapitalenews.com)

Elisa Lepone


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