Salute. nei batteri intestinali la chiave per vincere l'obesità
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Salute. nei batteri intestinali la chiave per vincere l'obesità

giovedì 14 luglio, 2011

- Singapore, 13 lug. - Il ricercatore americano Jeffrey I. Gordon, Direttore del Centre for Genome Sciences and Systems Biology della Washington University School of Medicine di St.
Louis, riceve oggi a Singapore il Danone International Prize for Nutrition per le sue eccezionali scoperte sul rapporto di mutuo beneficio che esiste tra il corpo umano e le decine di trilioni di batteri che vivono nel nostro intestino, conosciuti oggi come microbiota intestinale. [MORE]"Sono stato incredibilmente fortunato ad avere avuto un gruppo di studenti molto motivati che hanno lavorato insieme a me in laboratorio negli ultimi anni" - afferma Gordon, che con il suo laboratorio sta esplorando un mondo molto misterioso, incontrando una miriade di forme di vita la maggior parte delle quali erano sconosciute fino ad ora. Nella sua totalita', questo universo e' noto come microbiota intestinale e la sua collezione di milioni di geni microbici, come microbioma intestinale. L'obiettivo dei ricercatori e' quello di conoscere meglio come, a partire dalla nascita, si crei e si migliori il rapporto di mutuo beneficio tra i nostri microbi intestinali e noi stessi. Obiettivo di questi studi e' promuovere una crescita sana nei bambini, oltre a identificare delle strategie basate sul microbioma per diagnosticare, trattare e prevenire le malattie legate ad uno stato nutrizionale povero nelle varie fasi della vita. "Gli esseri umani sono superorganismi, un compendio multispecie di cellule e geni umani e microbici" spiega Gordon. "Il nostro microbioma intestinale ci fornisce prima di tutto un numero di geni che supera ampiamente il numero di geni presenti nelle nostre cellule umane. Questo nostro repertorio di geni microbici intestinali ci fornisce poi le funzioni fisiologiche che le nostre cellule intestinali non avrebbero saputo eseguire: ad esempio, la capacita' di metabolizzare alcuni carboidrati che il nostro intestino non e' in grado di digerire". "Il contributo di Gordon all'avanzamento della conoscenza sta soprattutto nell'aver intuito (e in parte dimostrato) come la composizione del microbiota intestinale (ovvero il tipo di batteri che abbiamo nell'intestino) possa avere un ruolo "nell'estrarre" piu' o meno calorie dal cibo che mangiamo - commenta Lorenzo Morelli, Preside della Facolta' di Agraria e Direttore dell'Istituto di Microbiologia e del Centro Ricerche Biotecnologiche dell'Universita' Cattolica di Piacenza e Cremona, oltre che vicepresidente del Comitato Scientifico dell'Istituto Danone Italia. In altre parole, a parita' di calorie introdotte si avrebbe un'immagazzinamento di calorie diverso a seconda dei batteri che compongono il microbiota stesso. Si tratta di un ruolo inaspettato e centrale nel tentativi di combattere "l'epidemia" di obesita' che affligge i paesi occidentali e non solo.
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