"Rinascita scott" ‘Ndrangheta: minacce contro il procuratore Gratteri, testimonianza di un teste in tribunale
Cronaca Calabria Catanzaro

"Rinascita scott" ‘Ndrangheta: minacce contro il procuratore Gratteri, testimonianza di un teste in tribunale

martedì 21 marzo, 2023

La testimonianza di Antonio Mangone, un teste dell'accusa nel processo "Rinascita scott" alle cosche del Vibonese, ha rivelato di aver sentito minacce contro il procuratore Nicola Gratteri e i suoi collaboratori da parte di alcuni imputati detenuti insieme a lui nel carcere di Siracusa. Mangone ha riportato che Gianfranco Ferrante, imputato nel processo con l'accusa di essere organico alla cosca Mancuso di Limbadi, avrebbe pronunciato frasi minacciose contro Gratteri, affermando che la 'ndrangheta avrebbe fatto loro fare una brutta fine quando sarebbe arrivato il momento. Mangone ha anche dichiarato che Ferrante avrebbe fatto riferimento alle dichiarazioni di un pentito che avrebbe rivelato un presunto piano della 'ndrangheta per attaccare i figli di Gratteri. Mangone ha chiesto di essere considerato un collaboratore di giustizia e ha richiesto un programma di protezione per sé e la sua famiglia. La decisione sulla sua richiesta spetta ad altri organi giudiziari e non al collegio giudicante davanti al quale si sta celebrando il processo "Rinascita scott".

Inoltre, Mangone ha anche riferito che ci sarebbero stati altri affiliati di diverse cosche della 'ndrangheta che parlavano male di Gratteri durante le conversazioni ascoltate nel carcere di Siracusa. La testimonianza di Mangone rappresenta un importante elemento di prova nel processo "Rinascita scott", che si occupa di smantellare le cosche del Vibonese, ma anche un allarme sulla pericolosità della 'ndrangheta e sulle minacce che rappresenta per i magistrati e le loro famiglie.

Il procuratore Gratteri è uno dei magistrati più impegnati nella lotta alla 'ndrangheta e sta coordinando numerose indagini sulle cosche calabresi. La sua attività investigativa ha portato all'arresto di centinaia di presunti affiliati della 'ndrangheta e alla confisca di beni e patrimoni illeciti. Tuttavia, questa attività ha anche suscitato reazioni violente da parte della 'ndrangheta, che ha minacciato e attaccato i magistrati che indagano sulla sua attività criminale.

Le minacce rivolte a Gratteri e ai suoi collaboratori rappresentano un ulteriore segnale della pericolosità della 'ndrangheta e della necessità di continuare a contrastare con determinazione questa organizzazione criminale. La richiesta di Mangone di essere considerato un collaboratore di giustizia e di ottenere un programma di protezione è un segnale dell'importanza di proteggere coloro che decidono di collaborare con la giustizia per contrastare la criminalità organizzata e contribuire alla tutela della legalità e della giustizia.


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