Ridotta in schiavitù a 12 anni dai genitori
Cronaca Liguria

Ridotta in schiavitù a 12 anni dai genitori

sabato 10 dicembre, 2011

GENOVA, 10 DICEMBRE 2011 – Ridotta in schiavitù. Questa la terribile condizione a cui era sottoposta una ragazzina di 12 anni di Genova. A trattarla come una schiava, costringendola a svolgere tutti i lavori domestici, impedendole di frequentare la scuola e umiliandola con punizioni al limite dell’umano i suoi stessi genitori.[MORE] La giovane vittima di questa assurda violenza è stata liberata dalla polizia di Rapallo dopo che, per anni, ha subito violenze e vessazioni da parte di quei genitori trasformatisi in terribili aguzzini.


 Il padre, albanese, e la madre, ecuadoriana, per anni hanno costretto la figlia più grande a servire i genitori e i due fratelli più piccoli, alla dodicenne non era permesso nemmeno sedersi e mangiare a tavola con tutto il resto della famiglia. Si cibava degli avanzi rimasti dopo che tutti gli altri avevano consumato il pasto e, frequentemente, subiva punizioni per non essersi comportata nella maniera adeguata. Insultata, picchiata, la tenevano chiusa per ore sul balcone di casa con indosso solo il pigiama o la biancheria intima incuranti delle condizioni atmosferiche.
I genitori sono stati tratti in arresto e portati in carcere dovranno rispondere dell’accusa di sequestro di persona e riduzione in schiavitù. Le indagini della squadra investigativa del Commissariato di Rapallo sono scattate grazie ad una denuncia fatta al tribunale dei minori sulla base di una segnalazione anonima ricevuta da Telefono Azzurro. I poliziotti che hanno seguito le indagini e che hanno “ liberato “ la bambina hanno riferito di averla trovata in pessime condizioni, in grado di pronunciare solo poche parole causa le violenze e le percosse subite. La ragazzina è stata presa in custodia dai servizi sociali, che si stanno occupando anche dei due fratelli più piccoli. La piccola momentaneamente si trova presso la scuola media che frequentava saltuariamente in attesa di altra sistemazione.


Fondamentale è stata quindi la segnalazione fatta a Telefono Azzurro, la Onlus che dal 1987 si batte affinchè gli enunciati della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989 divengano una realtà concreta. L ‘associazione svolge oggi in Italia un ruolo fondamentale nella difesa dei diritti dei minori attraverso diversi strumenti come il Centro Nazionale di Ascolto, la gestione del servizio telefonico nazionale per le emergenze dell’infanzia e quello per la segnalazione dei minori scomparsi. Numerosi interventi anche nelle scuole e nella formazione degli operatori. Con gli anni si è trasformata, inoltre, in un osservatorio permanente dei minori in Italia, pubblicando annualmente un “ Rapporto nazionale sulla condizione dell’infanzia in Italia “ in collaborazione dell’Eurispes. Proprio nei giorni scorsi, presso la Sala Capitolare del Senato, sono stati presentati i risultati della dodicesima edizione di questa indagine che ha coinvolto, quest’anno, 21 scuole di ogni ordine e grado con un numero di 1.496 questionari per i ragazzi e, novità assoluta, 1.266 per i genitori che sono stati chiamati per la prima volta ad esprimere il proprio parere al fine di poter mettere a confronto i due diversi punti di vista, quello degli adolescenti e quello dei loro genitori.


 Grazie ad associazioni come Telefono Azzurro è possibile impegnarsi concretamente nella lotta in difesa dei bambini e degli adolescenti per il riconoscimento pieno dei loro fondamentali diritti. In una società sempre più evoluta e tecnologica dove anche gli stessi genitori, secondo i dati forniti da Eurispes, sono sempre più in difficoltà nello svolgere il proprio ruolo non bisogna mai abbassare la guardia e tutelare coloro che rappresentano il nostro futuro.
Daniela Dragoni
 


Autore
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