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ROMA, 7 LUGLIO – “Uscire dalla logica buonista e terzomondista per cui abbiamo il dovere di accogliere tutti quelli che stanno peggio di noi”, così Matteo Renzi ritiene vada affrontata la questione migranti. A renderlo noto è la rivista online del PD Democratica, che ha pubblicato un'anticipazione del nuovo libro del segretario, "Avanti".
“Aver accettato i due regolamenti di Dublino, come hanno fatto gli esecutivi Italiani del 2003 e 2013, è stato un errore clamoroso. Vorrei che ci liberassimo dal senso di colpa” prosegue poi Renzi nel suo manoscritto.[MORE]
Il riferimento è ai regolamenti 343/2003 (Dublino II) e 604/2013 (Dublino III), entrambi fondati sul principio per cui il primo Stato membro che accoglie il migrante, e che quindi ne procede all’identificazione, è responsabile per l’analisi dell’eventuale richiesta di asilo.
Nella giornata di oggi Renzi ha inoltre sottolineato come, in caso di mancato sostegno da parte dell'UE, l'Italia dovrebbe scegliere di porre il proprio veto al bilancio dell'Unione, ritenendo eccessiva la quota di 20 miliardi corrisposti a Bruxelles, ed ha inoltre proposto di introdurre un "numero chiuso" ai possibili arrivi.
Attualmente, sono sul tavolo dei leader europei innumerevoli proposte per modificare l’architettura del cosiddetto sistema di Dublino, volte ad introdurre quote fisse di migranti, per redistribuire in modo quanto più uniforme possibile il numero di arrivi nell’UE. La ferma opposizione da parte di alcuni Paesi (il gruppo di Visegrad, composto da Ungheria, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca) osta tuttavia ad una riforma in tal senso.
Le parole di Renzi arrivano peraltro in un momento di particolare tensione a livello europeo sulla crisi migratoria. Dopo i proclami su un intervento unitario dell’intera Unione, gli incontri informali di Tallin non hanno sortito gli effetti desiderati. Spagna e Francia hanno infatti negato la propria disponibilità ad aprire i propri porti alle navi che trasportano i migranti salvati in mare.
Un aiuto minimo, seppur concreto, è stato invece disposto dalla Commissione Europea, che si è impegnata a garantire all’incirca 35 milioni di euro. Troppo poco secondo i rappresentanti italiani a Bruxelles. Per Gianni Pittella, leader dei socialisti europei ed ex candidato alla presidenza del Parlamento, l’aiuto garantito varrebbe infatti meno “di una gamba di Higuain” (il riferimento è al centravanti ex Napoli pagato 90 milioni di euro nella scorsa estate ndr).
Non c’è ancora alcun accordo, dunque, sulle politiche da adottare nell'Unione. Unico punto in comune, resta infatti solo la necessità di presidiare unitariamente le frontiere e di investire in Africa per limitare le partenze. Anche lì, però, per il momento alle parole non hanno seguito i fatti.
Paolo Fernandes
Foto: orizzontescuola.it