Reggio Calabria. Palazzo di via Modena senza luce da una settimana. Leggi i dettagli
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Palazzo di via Modena senza luce da una settimana. Il sindacato Csa-Cisal:"ci aspettiamo una soluzione definitiva"
Abbiamo appreso che per circa una settimana, a partire dal 24 giugno, l’ufficio periferico situato in via Modena a Reggio Calabria era rimasto sprovvisto di corrente elettrica e per questa ragione per i dipendenti era stato attivato lo smart working. Come avremo modo di precisare, nonostante alcune ricostruzioni di stampa, il “guaio” non si era creato perché la Regione Calabria fosse morosa con i pagamenti ma per un altro motivo. Anticipiamo che grazie all’intervento del sindacato CSA-Cisal, del dirigente del settore “Economato” e del dirigente del settore “Patrimonio Immobiliare” già nella giornata di venerdì 2 luglio è stato operato un primo intervento tampone per restituire quantomeno l’agibilità minima degli uffici, in attesa di un’operazione risolutiva che sarà effettuata nelle prossime ore. Quello che conta è che finalmente i lavoratori della sede di via Modena possono rientrare a lavoro da lunedì 5 luglio.
ECCO PERCHE’ IL PALAZZO DI VIA MODENA E’ RIMASTO SENZA CORRENTE ELETTRICA - Ricostruiamo la vicenda. Perché all’improvviso gli uffici reggini sono rimasti senza corrente elettrica? A quanto pare ad alimentare il palazzo di Via Modena erano presenti due linee di energia elettrica, una all’interno dell’immobile e un’altra addirittura all’esterno. Di quest'ultima l’Amministrazione regionale non ne era a conoscenza e per di più non poteva nemmeno accedervi poiché il contatore era collocato in una cabina gestita esclusivamente da Enel. Ad essere intestataria di questa seconda utenza era la Città Metropolitana di Reggio Calabria. Evidentemente visti i consumi e presumibilmente perché quest’ultimo Ente non era a conoscenza che il contatore alimentasse l’edificio regionale ha deciso di staccare la corrente. A quel punto è successo il patatrac: solo in quel momento si è scoperto che il contatore esterno era a servizio del palazzo di Via Modena e che quello interno copriva soltanto il consumo residuale.
L’UNICO CONTATORE RIMASTO NON ERA SUFFICIENTE - Praticamente nessuno era a conoscenza di questa incresciosa situazione (e si dovrebbe spiegare perché mai un contatore esterno a cui aveva accesso soltanto Enel alimentava un edificio che ospita uffici regionali e per di più intestato ad un ente diverso), ma quantomeno la verità è venuta a galla. Ovviamente il contatore superstite interno non era in grado di sopportare l’intero carico del palazzo e così si è creata la condizione assurda per cui circa 200 lavoratori per una settimana non hanno potuto lavorare presso le proprie postazioni, bensì da casa. Nel palazzo di via Modena sono incardinati i seguenti uffici dei dipartimenti regionali: Presidenza - Controlli; Lavori Pubblici - Trasporti - Osservatorio; Mobilità - Edilizia abitativa; Sicurezza; Tutela Ambiente; Tributi - Economia e Finanze; Economato; Lavoro e Formazione; Agricoltura e Sorical. In effetti sono trascorsi troppi giorni senza la ripresa dell’attività. Mantenendo inalterata la situazione e consentendo all’inerzia di prevalere si sarebbe rischiato di perpetrare l’interruzione di pubblico servizio.
L’INTERVENTO DEL SINDACATO CSA-CISAL E DEI DIRIGENTI DI SETTORE “ECONOMATO” E “PATRIMONIO IMMOBILIARE” PER LA SOLUZIONE TAMPONE - L’unica soluzione percorribile era quindi il potenziamento strutturale del contatore interno affinché potesse sopportare il carico energetico necessario a mantenere gli uffici a pieno regime. La Regione ha avviato l’iter per adeguare il Pod, ma il gestore di energia elettrica AGSM (che opera per conto del fornitore Enel) per procedere all’esecuzione dei lavori ha preteso dapprima il pagamento della fattura di euro 7.267,97. L’Ente (classificato come “cliente business”) si sarebbe aspettato, da parte del gestore AGSM, molta più flessibilità e molto meno rigore nei riguardi dell’esigenza presentatasi e quindi un’esecuzione più tempestiva dell’intervento. Invece così non è stato. Visto che l’impasse rischiava di non sbloccarsi, il sindacato CSA-Cisal, messo a conoscenza del problema nella mattinata di venerdì 2 luglio, ha interloquito con i dirigenti di settore “Economato” e “Patrimonio Immobiliare”. Questi ultimi al cospetto della rigidità del gestore AGSM si sono resi disponibili e, poi, adoperati contattando la Società Siram (società incaricata della manutenzione degli immobili regionali) per trovare nell’immediato una soluzione “tampone”, affinché fosse assicurata la potenza del contatore tale da rendere agibili gli uffci.
Effettivamente l’intervento è stato eseguito nella giornata del 2 luglio e già in vista di lunedì 5 i lavoratori potranno finalmente tornare presso le proprie postazioni di lavoro del palazzo di via Modena. Questo dimostra che quando valenti dirigenti s'impegnano per risolvere i problemi si ottengono buoni risultati. Ovviamente resta la necessità di completare il potenziamento del contatore (questa volta tramite il fornitore Enel e il gestore AGSM) affinché possa tornarsi alla completa normalità quanto prima. Il sindacato CSA-Cisal, ringraziando dirigenti e Siram che si sono spesi affinché questa vicenda potesse risolversi quanto prima, tiene a sottolineare come sia necessario tenere sempre la guardia alta nelle sedi periferiche della Regione Calabria e tutelare i lavoratori. Dipendenti spesso trascurati e che invece meriterebbero la stessa attenzione dei regionali impiegati negli uffici della Cittadella. Quanto successo ha avuto tratti incredibili, contatori “esterni” e ignoti per la Regione e smart working “forzato” di una settimana. Ci auguriamo quindi maggiore attenzione da parte di tutti affinché spiacevoli inconvenienti come questo non accadano più.