Regeni, dal Cairo prime ammissioni: "Torturato più volte in 7 giorni", ma il governo smentisce
Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
IL CAIRO, 01 MARZO 2016 – In esclusiva alla Reuters due fonti della procura egiziana - che a loro volta riportano la testimonianza di Hisham Abdel Hamid, direttore del dipartimento di medicina legale del Cairo, che ha eseguito l'autopsia sul corpo di Giulio Regeni - riferiscono che quest’ultimo sia stato interrogato per sette giorni prima di essere ucciso, come dimostrano le ferite ritrovate sul suo corpo. Il giovane sarebbe infatti stato ripetutamente torturato; torture che sarebbero avvenute ad intervalli di 10-14 ore. «Questo significa – affermano le fonti- che chiunque sia accusato di averlo ucciso, lo stava interrogando per ottenere informazioni». [MORE]
Secondo le associazioni dei diritti umani, le tecniche usate - come le bruciature di sigarette - ad intervalli di diversi giorni, rappresentano proprio il loro «marchio di fabbrica».
Tuttavia il ministero dell'Interno, che ha sempre respinto ogni coinvolgimento, continua su questa linea, nonostante le rivelazioni di alcuni funzionari: «L'autopsia mostra una serie di ferite inflitte tutte in una volta, poi ci sono altre ferite inflitte successivamente e un'ultima serie di lesioni mostra che lo hanno colpito una terza volta»; «Le ferite e le fratture si sono verificati in tempi diversi in intervalli durante un periodo di circa cinque-sette giorni».
Stando a quanto riferito da periti forensi e funzionari della procura il giovane ricercatore italiano è stato ucciso «da un colpo con un oggetto appuntito alla parte posteriore della testa».
Intanto, come si apprende da una «fonte della sicurezza di alto rango» citata dal quotidiano Al-Akhbar, il secondo giornale più venduto in Egitto dopo Al-Ahram, «gli apparati di sicurezza egiziani, assieme ai sette inquirenti italiani che si trovano sempre al Cairo», hanno portato a termine gli interrogatori di 24 testimoni, amici e vicini di casa di Regeni.
Il primo ministro egiziano, Sherif Ismail, nel corso di un'intervista televisiva alla trasmissione "Ana Misr” ha detto che «un team congiunto di esperti egiziani e italiani sta investigando sul caso Regeni. I risultati dell'inchiesta saranno resi noti non appena l'indagine sarà conclusa».
Fonti Reuters, citate dal giornale Egypt Independent, riferiscono dettagli sul tipo di torture cui è stato sottoposto Regeni, compreso il fatto che sia stato sottoposto a scosse elettriche. Il ministero della Giustizia egiziano ha però definito «destituite di qualsiasi fondamento» le notizie diffuse.
Inoltre Shaaban El Shami, assistente del ministro della Giustizia per la Medicina legale, parlando ai giornalisti, ha precisato che Abdel Hamid, direttore del dipartimento di medicina legale del Cairo, «non è stato convocato dalla Procura». «Questa notizia pubblicata dai media che citano la deposizione di Abdel Hamid davanti alla Procura – ha sottolineato l'assistente del ministro- è menzognera e destituita di qualsiasi fondamento. Il presidente dell'Istituto di medicina legale non ha reso alcuna testimonianza finora». Infine, El Shami ha chiesto ai media di fare attenzione nel pubblicare «notizie che provengono da fonti che vogliono deformare la realtà per scopi politici e che non hanno nulla a che fare con la verità».
[foto: tgcom24.mediaset.it]
Antonella Sica