Rapine in uffici postali, sgominata banda nel reggino
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REGGIO CALABRIA, 13 OTT - Otto persone sono state arrestate nell'ambito dell'operazione "Organetto" che ha fatto luce su un'associazione a delinquere finalizzata alle rapine negli uffici postali e ai furti di auto usate per portare a termine i colpi.
La squadra mobile e i carabinieri di Reggio Calabria hanno eseguito l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri, dell'aggiunto Gerardo Dominijanni e dei pm Domenico Cappelleri, Paola D'Ambrosio e Andrea Sodani. Sei indagati sono finiti in carcere: Carmine Alvaro (34 anni), Antonio Rocco Leonello (53), Francesco Trefiletti (28), Giuseppe Agostino (50), Antonio Giuseppe Palmisano (52) e Rosa Soccorsa Delfino (55). La figlia di quest'ultima, Maria Giovanna Punturiero (di 33 anni), e Salvatore De Francesco (54), sono stati posti ai domiciliari. Agli indagati vengono contestati anche i reati di ricettazione, detenzione e porto illegale di armi.
L'operazione è il risultato di vari filoni investigativi sviluppati da polizia e carabinieri, ed è partita dalla rapina del 2 ottobre 2017 quando nell'ufficio postale di Sambatello, nella periferia nord di Reggio, vennero asportati circa 11mila euro. Gli autori, secondo l'accusa, furono Antonio Rocco Leonello e Carmine Alvaro che erano riusciti a entrare nell'ufficio con una pistola e mazze ferrate. I basisti sarebbero stati Giuseppe Agostino e Giuseppe Palmisano.
Le successive intercettazioni, inoltre, avevano fatto emergere che Carmine Alvaro, Antonio Rocco Leonello, Francesco Trefiletti, Rosa Soccorsa Delfino e la figlia Maria Giovanna Punturiero avevano organizzato per il mese successivo, il 27 novembre 2017, una rapina all'ufficio postale di Pellegrina di Bagnara Calabra. Quella volta i piani fallirono perché la ragazza, che avrebbe dovuto far entrare i complici aprendo la porta di antipanico, non vi riuscì e fu poi sentita come testimone dopo essersi spacciata per cliente.
Le indagini hanno consentito agli investigatori di inquadrare il vertice del sodalizio criminale in Leonello, Alvaro e Trefiletti che si servivano di Agostino e Delfino come punti di riferimento per le rapine operate nel territorio della periferia nord di Reggio Calabria, di Scilla e Bagnara Calabra
Nell'inchiesta è confluita anche un'altra indagine dei carabinieri della compagnia di Palmi sulla tentata rapina del 2 settembre 2017 all'ufficio postale di Melicuccà oltre che sul presunto sequestro del direttore delle poste di Sant'Eufemia d'Aspromonte avvenuto il 4 ottobre 2017.
Questo, infatti, era scomparso dalla propria abitazione, in concomitanza con un ingente ammanco di denaro. Dopo qualche giorno, l'uomo era rientrato a casa ed aveva denunciato di essere stato sequestrato da alcuni sconosciuti, che, a suo dire, lo avevano obbligato a consegnare circa 305mila euro dopo averli prelevati dalla cassa dell'ufficio.
Anche in quelle occasioni, gli indizi degli investigatori hanno portato a Carmine Alvaro e Antonio Rocco Leonello che intrattenevano diverse conversazioni telefoniche subito prima e subito dopo l'episodio delittuoso per il quale, però, non c'è stata alcuna formale contestazione da parte della Procura di Reggio Calabria per mancanza di gravità indiziaria.
Nel fascicolo dell'operazione "Organetto" ci sono pure le informative sulla rapina all'ufficio postale di Marina di Gioiosa Ionica avvenuta il primo febbraio 2018 e quella consumata il primo ottobre 2019 presso l'ufficio postale di Rosalì, a Reggio Calabria.
Per quanto riguarda la rapina nella cittadina jonica, non è stato possibile individuare gli autori anche se i carabinieri hanno riconosciuto Leonello e Salvatore De Francesco come i presunti autori del furto dell'auto utilizzata per la rapina.
A Rosalì, invece, i carabinieri avevano arrestato in flagranza di reato Carmine Alvaro, Carmine Scibilia e Nicola Romano. Con il volto travisato dai passamontagna e indossando guanti calzati, i tre erano entrati nell'ufficio postale minacciando il direttore con spranghe di ferro e una pistola a salve.
Fortunatamente sul posto c'era un carabiniere libero dal servizio che ha lanciato l'allarme alla sala operativa e ha bloccato uno dei malviventi dopo una colluttazione consentendo così l'arresto della banda di rapinatori. L'unico scampato alla cattura è stato il basista Giuseppe Agostino finito in manette oggi.
Al termine del processo, per quella rapina, Carmine Scibilia e Nicola Romano sono stati condannati a 6 anni di carcere mentre Carmine Alvaro è stato condannato a 5 anni e 4 mesi. (Ansa)