Ragi.onlus: Amorosi Sensi "danzare" a piedi nudi sulla spiaggia
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Catanzaro 24 luglio 2012 - Cosa significa "danzare " a piedi nudi sulla spiaggia appena tiepida per una persona affetta da demenza? Il suo corpo è simile a quello di un equilibrista su di una fune che cerca il giusto bilanciamento in un equilibrio precario. Ma non vi è una meravigliosa magia nell’atto di “danzare” su di una corda o su di un terreno sabbioso? E cosa avviene nella sua mente nel momento in cui si trova a dover ripetere gestualità nuove, incontrare altri corpi in movimento sincrono, sintonizzarsi su ritmi che percepiscono il battito del proprio cuore e quello del terapeuta?
Ricordando vagamente Foscolo si tratta di una "corrispondenza d’amorosi sensi” che empaticamente avviene tra terapeuta e paziente, una sorta di alleanza terapeutica necessaria che diventa dono prezioso di scambio con persone che vivono perse nel loro oblio. Un setting terapeutico di danzaterapia molto particolare quello che i pazienti dello spazio Al.Pa.De. Alzheimer Parkinso e Demenze della Ra.Gi. Onlus hanno effettuato nel pomeriggio di ieri sulla spiaggia di Catanzaro quartiere lido coordinato dalla dott.ssa Elena Sodano con la collaborazione di tutti gli operatori del centro. L’ obiettivo primario è stato quello di far lavorare i pazienti sul recupero della memoria emotiva mantenendo il contatto "percepito" con la pelle, delle proprie sensazioni, emozioni e con le memorie del proprio corpo. Un corpo che ancora è in grado di percepire calore, consistenze, carezze, ritmi e musiche e di parlare con un proprio linguaggio. [MORE]
Tutto questo mentre si crede ancora che l'Alzheimer il Parkinson e le demenze in genere siano invece la condanna, l'abbandono, lo stigma del “non più possibile” . Lavorare sulla spiaggia appena tiepida con materiali colorati e particolari musiche che hanno accompagnato tutto il setting, ha incuriosito numerose persone che si sono fermate davanti al lido Mancuso e intrattenute per tutta la durata del laboratorio emozionandosi per quello che di magico stava accadendo e per quello che per la prima volta i loro occhi stavano guardando. Vedere corpi lenti e disformi entrare con delicatezza in relazione con se stessi e con altri "corpi", quelli dei propri compagni di avventura e quelli degli operatori, è un’esperienza che non ha eguali. Compiere uguali o simili movimenti chiamando in causa l'attivazione immediata dei neuroni a specchio alleati della partecipazione, della condivisione della collaborazione, è divenuto per tutto il gruppo un’ ulteriore possibilità di accesso al cuore ed alla psiche di queste persone.
“Guardando i miei pazienti mi chiedo spesso chi può assurgere su di un piedistallo ed essere in grado di sapere cosa vive, cosa percepisce, cosa sente un malato affetto da demenza – afferma la Sodano -. Mi rispondo nessuno, se non lo stesso paziente che purtroppo non riesce a verbalizzare questo suo sentire. Questi specifici laboratori servono a stimolare quell’ energia vitale che è insita ed espressa in ogni corporeità umana anche quella più sofferente attraverso ritmi-vocali, ritmi-gestuali ritmi-sonori, nonostante il rallentamento cognitivo ed il disordine emotivo. Le malattie degenerative del sistema nervoso centrale sono per i pazienti il buio.
Non abbiamo la pretesa di riportare la luce ma di potenziare i vari gruppi muscolari, riattivare la circolazione sanguigna e rallentare quel processo d’irrigidimento corporeo che per loro è come vivere in una camicia di forza. Nessuna costrizione, nessuna forzatura: gli anziani si accostano gradatamente al movimento, secondo i loro tempi e secondo le modalità di adattamento allo spazio circostante, che abiteranno nella misura in cui sapranno trovare un ritmo plausibile per se stessi”. Ed a parlare infine come sempre sono gli sguardi, gli angoli della bocca che si schiudono a un sorriso o s’incurvano per trattenere un’emozione.
Il prossimo appuntamento con questo specifico laboratorio è per venerdì pomeriggio dalle ore 18,00 circa al parco della Biodiversità.