Al via le quote rosa. Si bipartisan per la proposta di legge che porterà più donne nei Cda
Cronaca Lazio Roma

Al via le quote rosa. Si bipartisan per la proposta di legge che porterà più donne nei Cda

mercoledì 29 giugno, 2011

Dopo il via libera del Senato, il testo della proposta di legge bipartisan Lella Golfo-Alessia Mosca sulla parità di accesso nei Cda delle società quotate è stato approvato ieri anche alla Camera, raccogliendo 438 voti favorevoli contro appena 27 contrari. 64 gli astenuti, soprattutto radicali. I gruppi parlamentari si sono pronunciati tutti a favore, ma alcuni dei Parlamentari hanno votato contro a titolo personale. [MORE]


I principali argomenti dei detrattori di questo tipo di provvedimento, fanno appelli ai principi liberali, e parlano di quote rosa discriminatorie, che danno allo Stato il potere di decidere su posizioni che andrebbero affidate solo in base al meritoco, diventando, in questo senso,  avvilenti anche per le donne.


Di tutt’altro avviso tanti altri Parlamentari, prima tra tutti il Ministro per le pari opportunità Mara Carfagna, che ha definito l’approvazione un grande traguardo per l’Italia, che ha compiuto un passo storico nell’allinearsi ad una tendenza già in atto nel resto dell’Europa.


Il testo di legge, che era stato modificato al Senato rispetto a quello approvato lo scorso dicembre alla Camera, prevede che al primo rinnovo dopo un anno dall’entrata in vigore della legge, un quinto dei posti dei board e dei colleggi sindacali vadano assegnati alle donne; la proporzione dovrà salire ancora entro il 2015, quando la componente femminile nei Cda dovrà essere pari ad un quinto, pena sanzioni per le società inadempienti. Entro i nove anni stabiliti come termine dalla legge, ci saranno almeno 700 donne in più nei board, 200 nei collegi sindacali rispetto ad adesso.


Un voto quindi, che prosegue effettivamente sulla scia delle misure adottate dagli altri Paesi europei; in Svezia, le quote di genere esistono dal 2006, e in due anni l’obiettivo del 40 per cento è stato agevolmente raggiunto; proposte simili anche in Spagna, Francia e Germania, tutte ben avviate su una via che dovrebbe portare ad una composizione più equilibrata dei Cda.

Simona Peluso

 


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