Questo non è un francobollo. Giovan Battista Rotella al Romafil 2011
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ROMA, 18 NOVEMBRE 2011 - «Il francobollo racconta la storia di un Paese. Io manipolo la storia, faccio perdere al francobollo la sua comune destinazione d'uso. Gli do un'altra vita». A raccontarci il suo metodo artistico è Giovan Battista Rotella, artista calabrese che in questi giorni espone alcune sue opere al Palazzo dei Congressi di Roma, nell'ambito del Romafil 2011, nona edizione del Salone Internazionale del Francobollo, organizzato da Poste Italiane e dedicato quest'anno alle celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia.[MORE]
Incontriamo Rotella nella sezione del Salone dedicata all'esposizione delle sue opere, dipinti in olio su tela nei quali il francobollo è al tempo stesso protagonista, veicolo di racconto storico e oggetto d'arte in sé. Il francobollo, oggetto caratterizzato da una specifica funzione, quella di semplice affrancatura postale, nelle opere di Rotella viene sradicato dalla sua comune destinazione d'uso per diventare modalità di racconto e di interpretazione della Storia, e per farsi esso stesso forma d'arte. «Lo aveva fatto anche Magritte, con la sua celebre Pipa (la Trahison des images, N.d.r.) - ci spiega l'artista – Magritte dipinge una pipa specificando, però, che “Questa non è una pipa”. Allo stesso modo io dico: “Questo non è un francobollo”». Non un francobollo, quindi, bensì la sua raffigurazione su tela, il cui senso non è più quello comune, ma diventa veicolo d'espressione artistica, che appartiene, come ha rilevato Paolo Levi nel suo L'arte della memoria, «da una parte all'avanguardia concettuale, e dall'altra alla tradizione». Se la tecnica è quella classica dell'olio su tela, «un'opera realizzata – specifica Rotella – con il classico cavalletto», le immagini rappresentate, i francobolli, i quali già di per sé sono veicolo di racconto storico, acquistano un senso altro e raccontano la visione che l'artista ha di questa Storia, dei suoi momenti più significativi e dei suoi personaggi. Entrambi sono omaggiati attraverso un preciso sguardo, che non si limita alla loro raffigurazione, ma si schiera, prende parte, legge alcuni episodi particolari come emblemi di periodi storici interi e di “concetti” che finiscono per prescindere dalle contingenze.
È quanto emerge, ad esempio, in una delle opere più interessanti, Gott mit uns, nella quale compaiono le figure di Matteotti e Mussolini, rappresentati su due francobolli adagiati sopra una busta da lettera sulla cui parte sinistra compare la scritta “Visto per censura, il funzionario addetto”. L'immagine di Matteotti è più grande, situata in alto a destra. Subito sotto compare un francobollo più piccolo raffigurante il profilo del duce, attraversato da una grande scritta in nero: “Fatelo Tacere”. Il motivo di questa scelta ce lo spiega lo stesso Rotella: «Il quadro è dedicato a Matteotti. È lui il protagonista dell'opera». Un protagonista cui l'artista dedica questo omaggio, vittima del fascismo e della sua forma più brutale di censura, la morte. Un'opera che tuttavia, pur partendo dal ricordo di un singolo personaggio, vuole rappresentare l'intero periodo storico e l'assenza di libertà che lo ha caratterizzato, raffigurata emblematicamente mediante il “Visto per censura”.
La storia politica del nostro Paese è presente anche in un'altra opera esposta al Salone, Il Compromesso. Questa volta è la storia dell'Italia repubblicana, letta attraverso il ricordo del sessantesimo anniversario del PCI alla Festa dell'Unità di Torino del 1981, e soprattutto attraverso l'omaggio che Rotella dedica a due delle figure politiche sicuramente più amate, Enrico Berlinguer e Aldo Moro, rappresentati entrambi in primo piano su due grandi francobolli rispettivamente in rosso e in azzurro. Personaggi che, secondo l'interpretazione che ne dà Rotella «avevano capito che i cristiani erano tutti uguali, tutti lavoratori, e che era inutile farsi la guerra».
C'è, però, un personaggio che compare in maniera ricorrente in molte opere presenti alla mostra, una figura femminile che torna ripetutamente in diversi dipinti. È Eleonora Duse, la cui figura è rappresentata sia nella sua versione «monumentale», sia nella rappresentazione del suo rapporto con D'Annunzio. Nel suo Forever, le figure dei due amanti compaiono contemporaneamente sullo stesso dipinto, come due grandi francobolli in primo piano su una cartolina postale, in una sorta di coronamento della storia d'amore di questi due personaggi «ai quali – spiega Rotella – ho voluto dare finalmente pace» e il cui carattere più umano e più tenero è rappresentato dall'artista mediante la scrittura di una parola: Ghisola. «È una cosa che non tutti sanno – racconta - ma Ghisola è il nomignolo affettuoso con cui D'annunzio chiamava la Duse nell'intimità». La figura di Eleonora Duse compare anche in Ritagli, dipinto nel quale è rappresentata insieme ad un'altra figura femminile ricorrente nell'opera di Rotella, Marilyn Monroe, raffigurata sempre in una delle versioni che di lei fece Andy Warhol, al quale l'artista dedica più di un omaggio. Il motivo di questo accostamento nella stessa opera delle due figure ce lo spiega l'artista: «Sono due miti femminili. Se Marilyn è il mito americano per eccellenza, lo stesso vale per la Duse. Lei è il mito italiano. Quando posso, inserisco sempre i ritagli di queste due donne nelle mie opere».
Diversi altri sono gli omaggi dedicati alla storia e in particolar modo all'Unità d'Italia, all'arte (oltre al già citato Andy Warhol, ricordiamo, tra tutti, anche Mimmo Rotella, Dalì, Mirò), al cinema, con un omaggio a Fellini, alla pubblicità e, infine, alla stessa filatelia e ai collezionisti. «La Quartina filatelica con la testa Siracusana - spiega Rotella – è una quartina per collezionisti. Il taglio dei francobolli è irregolare, la seghettatura è sbagliata, è difettosa e i collezionisti vanno sempre alla ricerca di questo tipo di francobolli». Un omaggio, quindi, non solo al francobollo, ma anche a chi di questo oggetto è cultore e appassionato collezionista.
(Immagini da www.gbrotella.it)
La mostra, inaugurata questa mattina, sarà visitabile per tutta la giornata di domani, 19 novembre (dalle 9.30 alle 18.00) e dopodomani 20 novembre (dalle 9.30 alle 14.00).
Serena Casu