Questione medicina e riordino sanitario: si persevera nella penalizzazione di Catanzaro
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CATANZARO, 05 LUGLIO 2012 - Se il rettore dell’Università “Magna Graecia”, prof. Aldo Quattrone, su più aspetti reputa penalizzanti per l’ateneo catanzarese le proposte avanzate dalla Regione Calabria, evidentemente il problema che avevo sollevato circa un mese fa è non solo reale ma, se possibile, più grave di quello immaginato. Per inquadrare bene la vicenda è utile rammentare la contraddizione dei due decreti firmati dal presidente Scopelliti: l’uno giugno stipula un protocollo d’intesa con “La Sapienza” per attivare corsi di laurea nelle professioni sanitarie presso l’ASP di Cosenza; il successivo 5 giugno ne stipula un altro, stavolta con l’Università “Magna Graecia”, per stabilire che i corsi di laurea delle professioni sanitarie devono afferire alla Facoltà di Medicina di Catanzaro. Nonostante varie sollecitazioni, però, nessun chiarimento in merito è mai giunto dalla presidenza regionale! C’è pure da chiedersi se gli assessori regionali di Catanzaro, unitamente al sindaco Sergio Abramo, abbiano intrapreso qualche iniziativa; in caso contrario la rappresentazione che fornirebbero del proprio operato politico sarebbe di prona subalternità senza smalto in un gioco ambiguo e loffio che produce danni al territorio. [MORE]
Si è giustamente sottolineato, da più parti, come la questione universitaria non sia un fatto di campanile ma rientri in una dimensione regionale, ciò che sembra sfuggire alle decisioni della Regione Calabria giacché ancora né sono state smentite le voci sull’istituzione di una seconda facoltà di Medicina, né si è palesata alcuna volontà di correggere l’irrazionale “riordino” sanitario previsto dalla presidenza regionale. E’ bene evidenziare, su quest’ultimo aspetto, che la Regione penalizza fortemente il capoluogo in quanto i posti letto del policlinico universitario sono stati inglobati nel totale spettante a Catanzaro quando invece – per loro essenziale caratteristica – rientrerebbero nel carico dell’intera regione. Per far ciò è stata danneggiata la sanità catanzarese: viene dirottata la Cardiochirurgia universitaria all’HUB di Reggio, viene estromessa la Cardiologia interventistica, viene soppressa la Cardiologia riabilitativa dell’azienda Mater Domini, vengono diminuiti i posti letto dell’Emergenza Urgenza del Pugliese-Ciaccio, rimane di incerta collocazione l’U.O. di Epatologia.
Se dunque nell’incontro di Palazzo Alemanni di martedì scorso i vertici dell’ateneo “Magna Graecia” non hanno firmato l’intesa con Scopelliti, si può asseverare lo smaccato svantaggio per la sanità derivante dalle decisioni del governatore, figlie di una clamoroso equivoco sul ruolo dell’Università, sull’interesse regionale che porta tale istituzione, sul fatto che questa appartenga all’intera collettività calabrese. Duole ancora di più rammentare tutto ciò nel mentre il premier Monti propone un taglio di duecento milioni al fondo per la gestione ordinaria degli atenei e nel mentre il policlinico universitario catanzarese – nella morsa di Scipione, Caronte e affini – non ha nemmeno i quattrini per riparare il sistema di climatizzazione!
Fabio Lagonia – UDC Catanzaro